Il parco della Terramara si rinnova per i 20 anni

Castelnuovo, in occasione dell’anniversario il percorso si arricchisce di nuove esperienze come la riproduzione di suoni nelle capanne

Il parco della Terramara si rinnova per i 20 anni

Il parco della Terramara si rinnova per i 20 anni

Terramara di Montale, il museo all’aperto compie 20 anni. Una nuova identità visiva e un nuovo percorso, un progetto all’insegna della sostenibilità, inclusività, ricerca e innovazione. Il Parco archeologico di Montale è una fra le realtà culturali più significative dell’età del Bronzo europea, fiorita intorno alla metà del II millennio a.C. In occasione del ventennale il Parco riapre al pubblico con un percorso inclusivo che facilita i visitatori con ridotte capacità motorie e sensoriali. Il progetto da 315 mila euro intitolato ’Open air & open use’ è finanziato dai fondi del PNRR. Ogni anno arrivano circa 15.000 visitatori, un luogo di attrazione di numerosi studiosi e ricercatori universitari, con opportunità di lavoro per le giovani generazioni che si avviano alle discipline archeologiche e storiche. Andrea Bortolamasi, assessore alla Cultura del Comune di Modena, in occasione della presentazione del nuovo progetto, dichiara: "Una celebrazione che guarda al futuro, le oltre 300.000 presenze testimoniano il lavoro svolto e l’impegno è continuare a investire per avere un luogo di cultura sempre più inclusivo e futuribile".

Un Parco che accoglie dai 0 ai 99, rappresentato da tanti modenesi e da tantissimi turisti. Il sindaco del Comune di Castelnuovo Massimo Paradisi, sul cui territorio è sorto il parco archeologico, sottolinea l’onore di ospitare un parco con un inestimabile valore, sia a livello nazionale che internazionale. "In questi anni sono transitate circa 300.000 persone di cui 200.000 bambini", conclude il sindaco. Il Comune di Castelnuovo ha messo a disposizione una nuova area in cui verranno trasferiti laboratori didattici multimediali e polifunzionali. "È sempre molto gratificante vedere come una buona sinergia tra enti diversi porti a ottimi risultati. Il progetto del parco ha un grande valore scientifico, in quanto l’indagine e la ricerca hanno concorso a renderlo un luogo di riferimento per gli studiosi" sottolinea la dr.ssa Vanessa Poli, archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Bologna. Si possono, infatti, apprezzare paesaggi riprodotti a grandezza naturale, tecniche di fusione dal bronzo alla tessitura, lavorazioni dalla ceramica alla costruzione delle abitazioni. Andrea Cardarelli, presidente Istituto italiano preistoria e protostoria e docente all’Università La Sapienza, cita l’importanza storica del parco: "Le Terramare rappresentano un momento di straordinaria importanza per quanto riguarda l’età del Bronzo Europea. Montale fu il primo sito che Carlo Boni, primo fondatore del Museo scavò a partire dalla fine dell’800". Il risultato finale è quello di un dialogo tra archeologia e ricerca, ma tangibile e visibile nel museo all’aperto. "Il Parco è nato nel 2004 mentre Exarc a partire dal 2001, quindi possiamo dire che le strade sono state percorse parallelamente e l’uno è stato fonte di sostegno e sviluppo dell’altro" evidenzia Matilda Siebrecht, presidente di Exarc, Rete Europea di cui il Parco fa parte.

La sfida innovativa è quella di coniugare la realtà con quella virtuale delle tecnologie digitali, per ampliare la dimensione cognitiva ed emotiva.

La Curatrice del Museo Civico di Modena e del Parco della Terramara, Cristiana Zanasi, afferma con soddisfazione: "Ricerca e socializzazione, una sfida per far dialogare il reale e il virtuale. Ringrazio Silvia Pini per il sostegno che ci ha dato sul fronte della comunicazione rispetto al nostro nuovo progetto".

Gilda Cacciapuoti