MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Il potere delle metafore. Uso e abuso del linguaggio nella lezione di Carofiglio

Lunedì lo scrittore ed ex magistrato ospite della rassegna di Casa Pavarotti "Le parole sono strumenti potentissimi e comportano una responsabilità etica".

Gianrico Carofiglio, già magistrato, è stato senatore nella XVI legislatura

Gianrico Carofiglio, già magistrato, è stato senatore nella XVI legislatura

"La metafora non è solo una figura retorica, è molto di più". Nell’ambito della rassegna ‘Musica Maestro!’, a Casa Pavarotti, sarà Gianrico Carofiglio incanterà il pubblico lunedì alle 21. Lo scrittore, già magistrato e politico, porterà in scena nell’area concerti ‘Il potere delle metafore’, affrontando un tema a lui caro: l’uso del linguaggio.

Che potere hanno le metafore?

"Le metafore sono una forma del pensiero, un potente strumento di comunicazione, una modalità di interpretazione e comprensione. Riflettere sulle metafore significa riflettere sul funzionamento dell’intelligenza umana e sulla sua capacità di decifrare il mondo. Rappresentano una modalità con cui si entra in rapporto con una conoscenza nuova: utilizziamo parole note per spiegare qualcosa che non si conosce. In questo sta il loro potere: consentono di scassinare le resistenze della mente che molto spesso è chiusa rispetto alle novità".

Come si collocano nell’ambito della comunicazione politica?

"Dipende dall’uso che se ne fa: se usate in modo etico sono efficienti ed espressione della buona politica. Ma c’è anche chi non le usa in questo modo, facendone uno strumento di manipolazione collettive, e gli esempi sono lampanti. Le parole sono strumenti potentissimi e non si deve mai prescindere dalla consapevolezza della responsabilità etica che questo comporta".

Politica ma anche quotidianità?

"Tutto il nostro entrare in rapporto con gli altri quotidiano, pubblico e privato, è disseminato di metafore. Per questo è importante che impariamo a riconoscere le metafore che usano gli altri, dalle decisioni in politica come in tante forme di negoziato o di vita. ‘Aprire un tavolo’, la ‘macchina del fango’, ‘alzare l’asticella’. George lakoff, grande studioso di metafore nella politica sottolinea come le metafore entrano nel nostro modo di parlare prima, e di pensare poi, modificando letteralmente l’atteggiamento delle collettività rispetto a fondamentali della vita individuale e collettiva".

‘Il tempo è denaro’…

"Con questa metafora si vuole spiegare il concetto ‘tempo’ con un concetto che viene da un altro ambito, ossia il denaro e questo non è neutro dal punto di vista ideologico, produce un effetto di lettura del mondo, positivo o negativo, per cui tutto diventa misurabile secondo il parametro del denaro. Proviamo a vedere che succede se la capovolgiamo: non significa nulla, perché le metafore non si possono rovesciare".

Si rischia di confondere metafore e similitudini?

"Sono figure retoriche che si assomigliano ma sono diverse. ‘Il volto di Cesare era come un cielo in tempesta’: si mettono in rapporto due entità molto diverse, unite dal ‘come’ e si utilizza la entità figurata per descrivere l’assetto del viso di Cesare e la sua condizione mentale. Si può ottenere la metafora semplicemente togliendo il ‘come’: ‘Il volto di Cesare era un cielo in tempesta’. Ma il significato che si vuole esprimere cambia".