In volo con i canarini del Modena Calcio: "Sport e passione, un connubio perfetto"

Gli alunni hanno assistito agli allenamenti della squadra e intervistato il giocatore Giovanni Zaro: "È importante dare sempre il massimo"

In volo con i canarini del Modena Calcio: "Sport e passione, un connubio perfetto"

In volo con i canarini del Modena Calcio: "Sport e passione, un connubio perfetto"

Mercoledì 6 marzo, la classe 2°C, dell’Istituto G. Cavedoni di Sassuolo, si è recata presso lo stadio A. Braglia, per visitarne la struttura ed intervistare il giocatore Giovanni Zaro. Ha, inoltre, avuto la piacevole opportunità di assistere all’allenamento mattutino della squadra e di scambiare quattro chiacchiere col mister Paolo Bianco.

Ecco l’intervista a Giovanni Zaro.

Quando e come è nata la tua passione per il calcio?

"La passione per il calcio me l’ha trasmessa mio padre. Ho iniziato a tirare calci al pallone con lui e a praticare questo sport quando avevo 9-10 anni. Ho avuto la fortuna che quella che era, ed è, la mia più grande passione diventasse il mio lavoro"

Qual’era il tuo idolo calcistico da bambino?

"Il mio idolo è sempre stato Bonucci, perché è un difensore atipico e sa giocare bene la palla, per questo, nonostante fosse alla Juve ed io sia milanista, mi è sempre stato d’ispirazione".

Ti piaceva la scuola? Come conciliavi lo studio con lo sport?

"Mi piaceva e andavo abbastanza bene, ma gli impegni sportivi

sottraevano molto tempo allo studio. I miei genitori mi hanno aiutato, facendomi capire che la scuola sta sempre al primo posto"

Quali sono le emozioni che il calcio ti fa provare?

"Le emozioni sono tante, belle e brutte. Quest’anno, personalmente, l’emozione più bella è stata a Brescia, quando abbiamo vinto all’ultimo minuto 1-0 ed ho fatto goal. A livello di squadra, invece, ricordo con grande piacere i derby vinti con la Reggiana ed il Parma".

Ogni sport ha qualcosa da insegnare, a te cosa ha insegnato il calcio?

"Il calcio, essendo uno sport di squadra, insegna a fare gruppo e a stare a contatto con altre persone, che a loro volta vanno rispettate. Ovviamente insegna anche l’impegno, la dedizione e lo spirito di sacrificio".

Immaginiamo che il calcio ti abbia portato a viaggiare e a spostarti in varie città: come hai vissuto questi cambiamenti? Hai qualche consiglio da dare ai giovani rispetto alle novità e ai cambiamenti?

"Ho iniziato a giocare vicino casa, perciò sono stato fortunato, ma molti dei miei compagni a 10 anni erano già fuori casa. Il mio primo trasferimento è stato a 17 anni. Penso sia stata una delle esperienze più formative della mia vita. Mi sento di raccomandare ai giovani di vivere ogni cambiamento con positività, di trovare una passione che diventi il proprio centro, poi tutto viene da sé".

Qual è il consiglio più prezioso che hai ricevuto durante la tua esperienza calcistica?

"Sicuramente di allenarmi e concentrarmi sempre al massimo. Quando ero più giovane, infatti, mi offendevo se non giocavo e, volendo dimostrare all’allenatore che c’ero rimasto male, non mi impegnavo, ma questo è

controproducente".

2^C

Istituto G. Cavedoni

di Sassuolo