
La chiusura percutanea del Pfo alla luce delle nuove e evidenze: percorsi, indicazioni e appropriatezza’ è al centro dell’evento organizzato domani dalla Cardiologia dell’ospedale di Baggiovara e del Policlinico. Appuntamento a Baggiovara, in Aula Vecchiati, a partire dalle 14,30. Scopo del corso è fare chiarezza su questa variante della normalità cardiaca che nella maggior parte delle persone non determina alcun disturbo, ma in determinate condizioni può causare ischemie e per la quale oggi è possibile una chiusura percutanea. «Il Forame Ovale Pervio, detto PFO dall’acronimo in inglese – spiega Livio Picchetto, neurologo della Stroke Unit - è una condizione cardiaca in cui l’atrio destro comunica con il sinistro a livello della fossa ovale attraverso un tunnel e interessa all’incirca il 25-30% della popolazione. La comunicazione tra i due atri è essenziale durante la vita fetale, quando l’ossigeno proviene dalla madre tramite la placenta e i vasi del cordone ombelicale, essendo i polmoni non esposti all’aria. In questo modo, il sangue fluisce direttamente dalla porzione destra del cuore nella parte sinistra e, di solito, entro il primo anno di vita, questa comunicazione si chiude».
«Quando la chiusura anatomica di questo tunnel risulta imperfetta – aggiunge Alessandro Malagoli, cardiologo e referente scientifico del corso – o manca completamente abbiamo la sindrome da Pfo. In condizioni normali, quando la pressione nell’atrio sinistro è più alta di quella nell’atrio destro, essa non comporta problemi. Se, invece, la pressione nell’atrio di destra supera quella dell’atrio sinistro, ci può essere un passaggio di sangue nell’atrio sinistro.