La casa del poeta e la montagna: "Manteniamo vivo questo luogo"

Una riflessione sull’abbandono nata da un rudere e dalle parole dello scrittore Adriano Gimorri

La casa del poeta e la montagna: "Manteniamo vivo questo luogo"

La casa del poeta e la montagna: "Manteniamo vivo questo luogo"

Lungo una delle strade dell’Appennino Modenese, nella zona dei comuni di Riolunato, Pievepelago e Fiumalbo, tra i troppi edifici abbandonati o dimenticati, si trova quella che tra gli abitanti del luogo è conosciuta come "la casa del poeta".

Posta su una piccola piazzetta, l’abitazione, disabitata ormai da anni, non nasconde i segni del passare del tempo: le evidenti crepe della facciata, le erbacce che crescono dove possono, lo stato degli infissi sono un ritratto desolante.

Da una finestra si possono intravedere gli interni della vecchia abitazione: ci sono mobili, letti, un camino, delle sedie… un tavolo ancora apparecchiato con alcune tazze e una caraffa di coccio.

Lasciando la piazzetta e salendo l’adiacente strada si aggira l’edificio. Da qui, dall’alto, si nota che il tetto della casa è crollato e, attraverso ciò che resta di questo, sono visibili attrezzi di vario genere, porte e mobili malandati.

Ma chi fu il poeta che visse dentro a quelle mura? Una targa, posta sopra all’entrata, ci dice che in quella casa nacque Adriano Gimorri (1889-1954).

Preside del Liceo ’Doria’ di Genova e presidente della Società letteraria, scientifica e artistica del Frignano ‘Lo Scoltenna’ (oggi Accademia del Frignano ‘Lo Scoltenna’), attraverso l’attività poetica Gimorri descrisse con grande sensibilità i luoghi in cui noi abitiamo: boschi, fiumi, strade, chiese e borghi, in un quadro della vita di allora sotto al Monte Cimone ("il natio Cimone" "il gran padre Cimone").

Attraverso la lettura delle sue poesie ritroviamo paesaggi e scenari che conosciamo bene, che viviamo quotidianamente. Eppure qualcosa ci sembra cambiato, non soltanto perché il mondo sia andato avanti e sia più raro vedere greggi al pascolo ("Tornano le tue greggi -dal piano; le vedi salire, -lane ondeggianti -per le vie lungo i fiumi").

Ci siamo chiesti perché quell’edificio sia abbandonato e perché tanti altri nella zona dei comuni del Frignano si trovino nelle stesse o simili condizioni; ci siamo chiesti se tutta quella vita raccontata da Gimorri esiste ancora.

Confrontando i censimenti della popolazione dei comuni di Fiumalbo, Pievepelago e Riolunato del 1921 con gli ultimi disponibili del 2021 un dato è evidente.

Nei tre comuni, nel 1921 i residenti totali erano 9756, oggi gli abitanti degli stessi luoghi sono 3984: circa tre quinti della popolazione se ne sono andati.

"La casa del poeta", dopo queste considerazioni, con le crepe della facciata, le piante infestanti e il tetto crollato, ci sembra una metafora di un fenomeno che chiamano "abbandono della montagna". Ma per noi la montagna è casa, è dove noi viviamo, e vogliamo che ciò continui a essere.

Per questo dovremo fare di tutto per mantenerla viva e abitabile come lo è casa nostra, per l’appunto: anche i lavori di ristrutturazione, se necessario.

Classe 2^A

I.C. Pedrazzoli di Pievepelago