La città celebra Franco Fontana: "Un dialogo eterno con l’arte"

Una mostra allestita nelle sale dell’ex Ospedale Estense per festeggiare i novant’anni del fotografo. Si partirà domani: insieme a quindici suoi scatti saranno esposte anche 14 opere di grandi firme.

La città celebra Franco Fontana: "Un dialogo eterno con l’arte"

La città celebra Franco Fontana: "Un dialogo eterno con l’arte"

di Stefano Marchetti

"Ciò che fotografiamo non è quello che vediamo, ma quello che siamo, perché si scopre al mondo solo quello che ci portiamo dentro". Da sempre, è questa la ‘filosofia’ di Franco Fontana, straordinario fotografo di fama internazionale: la prima macchina fotografica – ama ripetere – è nella nostra mente, nel nostro pensiero, "e la foto è un viaggio dentro noi stessi". Anche quando ha scoperto i ‘suoi’ paesaggi in Puglia, oppure quando si è immerso fra i passanti ‘sorpresi nella luce americana’, o quando ha ‘visto’ particolari tagli di luce e di colore, Franco Fontana ha portato sempre con sé il suo mondo, la sua esperienza, la sua città. "Ho viaggiato in tutto il mondo, ma da Modena non sono mai andato via", confida. E non a caso – quindi – si intitola "Modena dentro" la mostra - gioiello che la Fondazione Modena Arti Visive (con il sostegno del Comune e della Fondazione di Modena) gli dedica per celebrare i suoi meravigliosi 90 anni. Da domani al 16 giugno, negli spazi dell’ex Ospedale Estense che inaugurano proprio in questa occasione, 15 fotografie (anche insolite) di Fontana ‘dialogano’ idealmente con 14 opere di grandi artisti contemporanei, da Michelangelo Pistoletto a Jannis Kounellis e Christo, concesse da collezioni private di tutta Italia. Non si tratta di opere da cui Fontana abbia tratto ispirazione, quanto piuttosto di lavori in cui si possono ritrovare riferimenti e linguaggi assimilabili, "una cultura visiva e un patrimonio iconografico impercettibile impresso negli scatti realizzati in oltre 60 anni di carriera", spiega Lorenzo Respi, direttore mostre e collezioni di Fmav.

"Sono orgoglioso di poter aprire questi nuovi spazi con un modenese di fama internazionale come Franco", esordisce il sindaco Gian Carlo Muzzarelli. "La sua storia creativa e la esperienza artistica sono fonte di ispirazione per le nuove generazioni", sottolinea Donatella Pieri, presidente di Fmav, che già in dicembre ha aperto le celebrazioni per i 90 anni di Fontana: il mese scorso il fotografo ha tenuto una masterclass con numerosi partecipanti, e alla metà di giugno sarà protagonista di una giornata di studi sulla sua carriera sempre nel segno del colore. "La vita è a colori, il bianco e nero è un’invenzione – ribadisce Fontana –. Ho sempre fotografato a colori, amo i colori squillanti, il rosso, il blu, il giallo, non le mezzetinte". Il colore è passione, gioia, stupore. Il colore è bellezza.

Nelle ampie sale al piano terra dell’ex ospedale Estense (che ora diventa un’estensione del Palazzo dei Musei), ecco quindi alcuni ideali confronti a distanza. Le immagini selezionate da Fontana e dal suo studio riguardano perlopiù lavori che il fotografo ha realizzato per grandi aziende, "ma sempre mantenendo la mia libertà creativa", spiega. Ecco per esempio gli scatti del 1970 per Artemide, dettagli di lampade che sembrano richiamare i ‘famosi’ paesaggi, e accanto la "Ziggurat VI" di Joe Tilson, una piramide di linee e di colori. Oppure la "Venezia" del 1990 dove l’occhio del fotografo colse su un muro un poster con la famosa Marilyn di Andy Warhol: è immediato il parallelo con la "Marilyn" effigiata in un manifesto strappato, nel collage di Mimmo Rotella (2003). E la "Ferrari" nascosta da un telo rosso che Fontana scattò nel 1987 sembra davvero uno dei monumenti impacchettati da Christo, di cui vediamo il progetto per "The Floating Piers", la celebre installazione realizzata pochi anni fa sul lago d’Iseo. E ancora, opere di Toti Scialoja, Mauro Reggiani (una "Composizione" che torna a Modena quarant’anni dopo una grande mostra che si tenne alla Galleria Civica), Giuseppe Uncini, Arnaldo Pomodoro e tante altre firme eccellenti. Un gioco di sguardi, di idee, di fantasia. E – sì – di creatività geniale.