La favola di Alpesh Chauhan sabato al ’Pavarotti-Freni’

Il Maestro di origini indiane nato in una famiglia umile e premiato da Re Carlo: "Tornare a dirigere la Filarmonica Toscanini è un piacere davvero grande".

La favola di Alpesh Chauhan  sabato al ’Pavarotti-Freni’

La favola di Alpesh Chauhan sabato al ’Pavarotti-Freni’

di Stefano Marchetti

Appena poche settimane fa – come ci testimonia la foto pubblicata su Instagram – il Maestro Alpesh Chauhan ha ricevuto da Re Carlo III una delle più importanti onorificenze britanniche, l’Obe (Officer of the British Empire) per i suoi meriti artistici. E quel riconoscimento ha un valore che va oltre la pura formalità: "Sono figlio di genitori di origini indiane, immigrati dall’Africa Orientale, e voglio dedicare questo onore a loro – ha scritto Chauhan –. Nati in relativa povertà, hanno lavorato duramente come cittadini britannici per dare ai loro tre figli tutte le opportunità di successo, così che potessero realizzare i loro sogni. So che molte persone col mio stesso background etnico incontrano difficoltà nell’entrare nel mondo delle Arti: sono stato fortunato ad avere una famiglia che mi ha supportato nel seguire le mie passioni". Nato a Birmingham, Alpesh Chauhan ha frequentato il Royal Northern College of Music studiando con docenti d’eccezione e oggi, a 33 anni, è fra i più ammirati direttori d’orchestra della nuova generazione, direttore ospite principale della Düsseldorfer Symphoniker Orchestra, direttore associato della Bbc Scottish Symphony e direttore musicale della Birmingham Opera Company. Sabato alle 20.30, il Maestro Chauhan sarà al teatro Comunale Pavarotti Freni per condurre la Filarmonica Toscanini (di cui è stato direttore principale) in un concerto che unisce la celebre ’Sinfonia Fantastica’ di Berlioz a ’Città nascoste’, un nuovo brano di Fabio Massimo Capogrosso, e a ’Schelomo’ rapsodia ebraica del compositore Ernest Bloch, con il violoncello solista di Pablo Ferrandez.

Maestro Chauhan, lei ha detto che nell’ambiente in cui è cresciuto "la musica classica era diversità". Dunque, come è avvenuto l’incontro con questo nuovo ‘mondo’?

"Tutto è nato a scuola quando avevo sei anni. Un bel giorno la maestra portò a scuola il suo violoncello per vedere se qualcuno fosse interessato alla musica. Lo stesso giorno sono andato a casa con il violoncello: ho espresso il desiderio di studiarlo, e sono stato subito appoggiato dai miei genitori. È cominciato tutto così".

Cosa ha portato la musica classica nella sua vita? E – visto anche il suo impegno per i giovani – cosa può portare nella vita di tutti?

"In questi anni ho capito che la musica è fondamentale per la crescita della personalità sia per saper stare da soli, sia per stare in gruppo, cooperare e ascoltare gli altri. Tutta l’arte è imprescindibile per la mente e la personalità".

Ritorna sul podio della Filarmonica Toscanini con cui collabora già da diversi anni. Cosa apprezza di questa orchestra?

"Ho cominciato proprio qui come giovane direttore e la Toscanini mi ha permesso di crescere molto, di confrontarmi e di misurarmi. Il piacere che provo in questi giorni in cui mi ritrovo qui in Emilia è veramente grande".

Nel concerto verranno proposte gemme di raro ascolto, come ‘Schelomo’ di Bloch. Perché lo ha scelto?

"È un pezzo molto ricco soprattutto nella parte orchestrale e presenta tutte le emozioni. Per me poi è una gioia suonarlo con Pablo Ferrandez che è il mio solista preferito al mondo, generoso, onesto, rispettoso. Fra noi c’è un rapporto di profonda complicità, come se fossimo fratelli".

L’Italia è divenuta un suo punto di riferimento...

"Devo moltissimo al vostro Paese come direttore d’orchestra. Musicalmente sono nato a Parma, la città dove ho ricevuto il primo incarico ufficiale come direttore principale della Filarmonica Toscanini. Dunque amo l’Italia, le persone, il cibo, la vita italiana. E secondo me nelle mie vene scorre un bel vino rosso d’Italia!"