
Incontro col liceo Muratori S.Carlo nel ricordo di Giulia "Dialogo e confronto per superare il patriarcato" .
Gino Cecchettin ha parlato ad una platea di studenti del liceo Muratori San Carlo. Di fronte a lui, in un cinema Victoria pieno, c’erano i volti di centinaia di ragazze e ragazzi poco più giovani della sua Giulia, ammazzata con 75 coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre 2023. Gli occhi di questi giovani incollati su quell’uomo comune diventato straordinario suo malgrado. "Con la Fondazione Giulia sono molto impegnato e mi conoscono in tanti – ha detto – ma io vorrei tornare indietro a due anni fa quando ero sconosciuto, e poter riabbracciare Giulia". A Gino Cecchettin non piacciono le parole "lotta", "battaglia", preferisce "dialogo", "confronto", perché la parità di genere e il superamento dei femminicidi dovrebbero essere un "percorso", che porta ad un equilibrio dei diritti, un dialogo, come si fa per altri temi, quali l’ambiente. L’incontro, organizzato dal liceo Muratori San Carlo attraverso i rappresentanti di istituto e la preside Giovanna Morini, con il supporto del Soroptimist Club di Modena, rappresentato dalla dirigente Erika Coppelli, è stato un intenso dibattito tra questo papà e i ragazzi del liceo. Perché soltanto la parole dirette di chi ha vissuto sulla sua pelle un dramma di questa portata può penetrare nei cuori e nelle coscienze delle persone. Cecchettin é stato incalzato da diversi studenti su macrotemi quali la concezione del femminismo oggi. "Di fronte alla parole ‘femminismo’ viene in mente una prima accezione negativa perché la femminista viene spesso dipinta nel peggiore dei modi; manca una cultura, occorre dialogare per cercare di capire le posizioni dei due sessi e costruire qualcosa di positivo. Il patriarcato? Per la legge non esiste ma esiste ancora nella realtà, in tanti aspetti del comportamento, soltanto quando l’uomo e la donna saranno percepiti allo stesso modo potrà essere superato". La sessualità? "La scuola dovrebbe parlarne altrimenti internet diventa l’educatore". Un studentessa gli ha chiesto perché nel libro che ha scritto dedicato alla figlia non ci sia la cronaca dell’orrore, non ci sia Filippo Turetta". "Io non conoscevo la vita privata di mia figlia, se avessi dovuto scrivere su quello che é successo avrei ripetuto le cose scritte dai giornali – ha risposto – io con quel libro ho voluto abbracciare Giulia, volevo farle un regalo. Con questi incontri voglio portare la testimonianza di una ragazza speciale e fare capire il valore che una vita di amore può dare ai ragazzi. Il dolore è un costante nella mia vita" ha aggiunto Gino Cecchettin che ha ricordato i momenti belli trascorsi con la figlia. "Giulia parlava con gli occhi e con il sorriso", ha detto. Ma come possono coesistere il dolore più cupo e il ricordo gioioso di una figlia? "Forse é proprio il dolore che mi veicola l’energia: dal dolore non possiamo fuggire ma attraversandolo si può arrivare dall’altra parte e metterlo a frutto, anche in onore di chi non può più farlo". Emanuela Zanasi