La piaga dei lavoratori in nero: "Tante attività ancora irregolari, bisogna prevenire il fenomeno"

Thomas Bonacini (Filcams-Cgil) fa il punto sulle criticità riguardanti il settore dei pubblici esercizi "Bene i controlli degli organi ispettivi. Ma è necessario fare rete per bloccare l’illegalità a monte"

Lavoratore (Foto generica)

Lavoratore (Foto generica)

Modena, 1 maggio 2024 – "Il lavoro nero è una piaga che bisogna curare, senza perdere tempo. Il nostro territorio non è un’isola felice e ha le sue criticità da contrastare. Questa, tra le altre, deve essere una priorità: ci sono ancora troppe attività irregolari e i pubblici esercizi rientrano tra i settori maggiormente coinvolti in questo fenomeno: bisogna restituire alle persone un lavoro degno".

Ne è certo Thomas Bonacini (Filcams Cgil Modena) mentre immortala lo scenario, elencando una dopo l’altra le azioni da mettere in campo per invertire la rotta. "Gli organi ispettivi continuano a portare avanti un ottimo lavoro – entra nel dettaglio il sindacalista – e come possiamo notare, purtroppo, molto spesso rilevano criticità sul nostro territorio. È bene ricordare però che il loro intervento evidenzia ed interrompe un fenomeno già in atto, ma servirebbe anche ’bloccare’ l’illegalità a monte. Per questo motivo è sempre più necessaria una presa di coscienza da parte delle istituzioni, che dovrebbero dunque affrontare con ancora più determinazione il fenomeno del lavoro grigio e nero, perché parliamo di una piaga le cui dimensioni non possono essere gestite solamente dalle organizzazioni sindacali. Ora serve l’impegno dell’intera comunità".

Il messaggio del sindacalista è quindi chiaro: se da una parte i controlli sono indispensabili ("aumentarli ci aiuterebbe ancora di più a contrastare il fenomeno") servono comunque, di pari passo, azioni di prevenzione.

"Bisogna intercettare i lavoratori – incalza Bonacini – non abbassare mai la guardia. Creare un sistema che garantisca tutte le condizioni necessarie e fondamentali per lavorare in totale legalità".

Ancora oggi, infatti, "ci sono punte molto alte di lavoro nero nel turismo e nei pubblici esercizi – prosegue – un settore parcellizzato, composto da una miriade di aziende meno strutturate e a volte per questo motivo meno tutelate. Il problema va affrontato concretamente, ma in rete. Soltanto questa può essere la strada giusta da percorrere".

Tra le spine che spesso emergono nel settore – dai bar ai ristoranti – non manca anche quella legata alla "mancanza di personale". Ma anche qui, secondo Bonacini, è necessario fare una riflessione: "Di gente, anche giovane, che vuole lavorare ce n’è eccome. Ma non sempre ci sono retribuzioni adeguate – conclude – la reintroduzione dei voucher, ad esempio, non è uno strumento che garantisce al dipendente una prospettiva di vita solida e tranquilla. Se ben pagata, infatti, la manodopera non manca. Bisogna riflettere attentamente anche su questo aspetto".

Giorgia De Cupertinis