"La procura sblocchi il patrimonio Lenzini"

Denuncia dei tre nipoti dello storico presidente della Lazio originario di Pieve "Dal 1987 non sappiamo nulla della procedura fallimentare avviata a Roma".

"La procura sblocchi  il patrimonio Lenzini"

"La procura sblocchi il patrimonio Lenzini"

Dopo la recente intitolazione ad Umberto Lenzini di un parco a Roma quale riconoscimento all’imprenditore originario della Valle del Pelago che portò la Lazio ad uno storico scudetto nel 1974, si attendono sviluppi su una sua assurda vicenda processuale che si prolunga da 40 anni. Noto imprenditore di successo nel ramo delle costruzioni, Lenzini edificò nell’area nord-occidentale di Roma; scomparve nel febbraio 1987, amareggiato dal fallimento della società di costruzioni. Da allora il patrimonio societario è ‘congelato’ e agli eredi è preclusa persino la possibilità di accedere al relativo fascicolo. Così che nei giorni scorsi i tre nipoti Lorenzo, Andrea e Carlo Lenzini (originari di Pievepelago) hanno presentato un esposto-denuncia alla Procura di Roma per provare ad abbattere un ‘muro di gomma’ su quella che definiscono ‘un’assurda vicenda processuale, tutt’ora pendente ed iniziata dal lontanissimo 1984, segnalando la necessità dell’intervento della pubblica autorità per la risoluzione del caso per la presenza di condotte che riteniamo contrarie alla legge. Dicono i tre nipoti: "Il nonno Umberto era una persona perbene, intelligente e sapeva fare bene i suoi affari altrimenti non avrebbe avuto tanto successo. Non scendendo a compromessi con nessuno, è incappato in un vortice bancario-politico che ha portato la sua società al fallimento, ma si badi bene: un fallimento attivo, con soldi e proprietà".

Proseguono i nipoti Andrea, Carlo e Lorenzo: "Tale patrimonio ha visto susseguirsi la gestione di ben tre curatori fallimentari, e due giudici delegati, che ci hanno reso molto difficoltosa la comprensione di quel che stava accadendo alle proprietà e ai soldi rimasti. Un capitale che è andato dilapidandosi per ben 40 anni, senza che potessimo saperne niente, perché ci viene tuttora negata ogni richiesta di accesso agli atti. Ora basta. Non so se ci resteranno benefici finanziari dopo queste azioni, ma l’importante è che la figura del nonno Umberto sia ‘redenta’ anche nella sua correttezza finanziaria oltre che sportiva". Nell’esposto, i nipoti chiedono di poter accedere agli atti della procedura fallimentare ‘inspiegabilmente pendente oramai da circa un quarantennio ed atta a "consumare" un patrimonio stimabile in parecchi milioni di euro a fronte di debiti originari notevolmente inferiori’. Affidatisi al penalista Harakati e al civilista Mignona d di Roma, i nipoti chiedono di conoscere i ricavati dalle vendite, nonché di tutto il passivo fallimentare, degli atti di intervento di ciascun creditore e le liquidazioni dei compensi legali, commissariali e peritali. Si chiede quindi alla Procura della Repubblica di Roma di disporre, con la massima urgenza gli opportuni accertamenti’.

g. p.