Il settore biomedicale continua a sorprendere per come ha saputo riprendersi dal sisma e rappresentare tuttora il segmento trainante della economia dell’Area Nord. Una conferma viene dall’accordo che LivaNova Sorin, l’azienda più grande del territorio, ha stretto con i sindacati Filctem Cgil Modena, Femca Cisl Emilia Centrale e Rsu per l’assunzione a partire dal prossimo ottobre di 50 lavoratori attualmente con contratto di somministrazione (staff leasing). "Una buona notizia – la definisce il sindacato – che migliora la condizione contrattuale e le prospettive di vita di decine di persone in Sorin". Infatti, questi lavoratori passeranno da un contratto a tempo indeterminato con le agenzie interinali, nel timore quindi ad ogni scadenza di dovere cambiare sede di lavoro, a un contratto a tempo indeterminato con Sorin Group Italia, il gruppo della multinazionale inglese LivaNova (a sua volta nata dalla fusione fra Sorin e l’americana Cyberonics), che con queste assunzioni arriverà ad impiegare circa un migliaio di persone (tra assunti diretti e lavoratori somministrati). "Di particolare rilievo – sottolineano i sindacalisti Lisa Vincenzi di Filctem Cgil e Alfonso Preti di Femca Cisl Lisa – è il criterio di assunzione, stabilito con l’ultimo accordo aziendale, che prevede una "lista di precedenza" nelle assunzioni sulla base del solo criterio dell’anzianità di servizio che deve essere di almeno 2 anni. In questo modo si valorizzano le esperienze e le professionalità perfezionate nel tempo dalle persone e, allo stesso modo, si pone fine a situazioni di precarietà storiche, consentendo a queste persone di costruirsi una prospettiva di vita finalmente stabile". I nuovi lavoratori stabilizzati, saranno impiegati nelle mansioni di operaio nei diversi reparti di produzione. Soddisfazione è espressa anche dalle rappresentanze sindacali interne che auspicano che "questo modello, frutto di una discussione contrattuale costruttiva e caratterizzata da buone relazioni industriali, possa essere imitato da altre aziende del distretto"
Alberto Greco