E’ stata fissata per il prossimo 3 luglio l’udienza preliminare che riguarda la Liu Jo di Carpi: si sono concluse, infatti, le indagini nei confronti della azienda. ll fondatore, Marco Marchi, in veste di legale rappresentante, e il direttore delle Risorse umane Stefano Pastori (in quanto persone aventi ruolo apicale nella società), sono indagati in concorso fra loro per il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche. I fatti risalgono ai tempi del Covid: l’indagine ha avuto origine dalla denuncia presentata da una dipendente che segnalava di essere stata impiegata in smart working, nonostante fosse collocata in Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, a seguito dell’interruzione dell’attività lavorativa causa Covid-19. L’accusa, per la quale la Procura ha depositato a febbraio la richiesta di rinvio a giudizio, riguarda contributi previdenziali per oltre 240mila euro, di cui – questa la tesi – Liu Jo non doveva beneficiare.
Si parla di dipendenti – viene ricostruito dagli inquirenti – che lavoravano a distanza nei mesi di marzo e aprile 2020 nonostante fossero in Cassa integrazione, con conseguente risparmio sugli stipendi e danno sull’Erario. Tesi contestata dall’azienda.
"Liu Jo e i suoi vertici – affermano i legali degli imputati – sono fiduciosi che il processo legale farà chiarezza su tutte le questioni sollevate e che la verità emergerà in modo limpido. L’avvio del processo – proseguono gli avvocati – trae origine dalle denunce di una dipendente che era stata licenziata per ragioni completamente indipendenti dalle accuse attualmente formulate dalla procura di Modena. L’azienda ha Pieno rispetto del sistema giudiziario e ritiene che ogni individuo abbia il diritto di ricorrere alla legge per far valere le proprie ragioni. Allo stesso tempo, confida che il processo dimostrerà la correttezza dei comportamenti e soprattutto l’intento di buona fede che li ha ispirati". "Il contesto in cui si sono sviluppate le vicende in esame, temporalmente limitate alle primissime settimane di emergenza, è stato improvviso, senza precedenti ed eccezionale per l’azienda, sia dal punto di vista delle relazioni umane che sotto il profilo organizzativo e normativo. In particolare, il contesto normativo, in evoluzione di settimana in settimana, ha richiesto alle aziende di prendere a volte decisioni inedite, laddove c’era la necessità di proteggere i dipendenti da un lato e di organizzare le attività nelle settimane di chiusura, garantendo al tempo stesso un minimo di presidio per i mercati che continuavano ad essere operativi in quel periodo". Posto che "Liu Jo mai aveva dovuto far ricorso a misure straordinarie o ad ammortizzatori sociali", riportandosi a quei giorni, "la società e i suoi vertici sono convinti che le decisioni e le comunicazioni siano sempre state prese in buona fede, responsabilmente e con l’intento di salvaguardare l’azienda e i suoi dipendenti. Infine, non si trascuri che l’importo indicato deve essere confrontato alla consistenza patrimoniale di Liu Jo per concludere che il presunto beneficio economico che viene contestato non giustificherebbe in alcun modo condotte inopportune, nella consapevolezza che il danno reputazionale per l’azienda sarebbe del tutto sproporzionato".
Maria Silvia Cabri