EUGENIO TANGERINI
Cronaca

Lorenzo Minganti : "Riorganizzerò la macchina comunale. E sarà più efficiente"

Si è insediato il nuovo direttore generale del Comune di Modena. L’obiettivo strategico è proprio quello di introdurre. La modalità di lavoro trasversale e orizzontale in tutti gli assessorati

Il nuovo direttore generale del Comune di Modena Lorenzo Minganti

Il nuovo direttore generale del Comune di Modena Lorenzo Minganti

Modena, 2 aprile 2025 – Il giorno del debutto, primo aprile, si presta a fin troppo facili ironie. Ma c’è da scommettere che il compito da svolgere – riorganizzare la ’macchina’ in municipio – non sarà uno scherzo per Lorenzo Minganti, il nuovo direttore generale del Comune fortemente voluto dal sindaco Massimo Mezzetti, che ieri l’ha presentato alla città. Minganti ha 51 anni ed è bolognese, per la precisione di Minerbio, dove ha fatto a sua volta il sindaco dal 2009 al 2019. Ma la madre è nata sotto la Ghirlandina e lui ha già preso casa a Modena in un luogo a forte valenza simbolica, il condominio Errenord. Lunedì era ancora nel suo ufficio di direttore generale del Comune di Padova, dove ha lavorato negli ultimi due anni. Ora si getta con determinazione nella nuova avventura. Alto, asciutto, lievemente abbronzato – "ho un’inguaribile passione per la montagna" – predilige uno stile diretto e assai poco burocratico, con evidente attitudine alle relazioni. Il suo curriculum è di tutto rispetto: avvocato con tre lauree, ha al suo attivo anche un paio di master. "Ho iniziato a lavorare negli anni ’90 per pagarmi gli studi – racconta – e da allora ho percorso tutti i gradini della carriera amministrativa, cercando di incarnare la figura del funzionario pubblico che serve la collettività. Grazie al sindaco per la fiducia e grazie a chi mi ha preceduto: lascia un’eredità positiva che dovrò sviluppare".

Si è già fatto un’idea della realtà modenese?

"Conosco Modena fin da bambino. Penso che sia una città bellissima. Forse, a dirla tutta, non pienamente cosciente della propria importanza. Non dimentichiamo che alcuni dei brand più famosi al mondo, Ferrari in primis, sono nati qui".

Come definisce il ruolo da svolgere?

"Un ruolo di fiducia a fianco di sindaco e giunta, con il compito di coordinare gli altri dirigenti. Anche se il nome ufficiale è direttore, preferisco essere chiamato coordinatore".

Il suo settore specifico?

"La materia che ho più nelle corde è tecnica: mi sono occupato per anni di urbanistica, lavori pubblici, gare e questioni ambientali. Ma i nuovi compiti riguardano a 360 gradi le attività dell’ente".

Con quali priorità?

"Il sindaco è stato chiaro: c’è bisogno di una macchina comunale all’altezza delle nuove sfide. Modena è un’eccellenza, bisogna proseguire nel solco tracciato adeguandosi al contesto che cambia. Inizio oggi ufficialmente, ma ho preso contatti da settimane con la struttura, partecipando alle commissioni che hanno selezionato alcuni dirigenti da rinnovare. Siamo partiti da uno studio di fattibilità della Bocconi. Ci sono precisi spunti operativi: lavoro di squadra e orizzontalità fra i settori, digitalizzazione per creare valore, piena coscienza di essere a disposizione dei cittadini".

A Modena il trasporto pubblico naviga in acque tempestose, a Padova arrivano nuove linee di tram.

"Padova è la città italiana che ha ottenuto più risorse dal Pnrr, 3000 euro pro capite, in particolare grazie al progetto del servizio tramviario. Questo però è il mio ieri, oggi devo pensare alla città che mi ha chiamato. Il trasporto pubblico è fondamentale nella qualità urbana: c’è una questione delicata che riguarda l’organizzazione dell’azienda pubblica che gestisce il servizio. Lavoreremo per renderlo più capillare ed efficiente".

Sembra che i modenesi non amino pagare le multe.

"Ho letto, il tema è dibattuto. Ma non può essere una facile scusa il fatto che vada così in tutta Italia. Dobbiamo essere all’avanguardia nella buona amministrazione".

Lei è stato anche nel Cda di Hera. A proposito di raccolta differenziata, quale modello predilige?

Qui si apre un siparietto: ’Deve essere fautore del mio modello’, sorride il sindaco. E Minganti prosegue: "’Non esiste un modello vincente di per sé. Tutto va calato nel contesto locale. Vi assicuro che da consigliere di Hera non mi sono sottratto a bracci di ferro notevoli per far sì che la multiutility cogliesse i bisogni dei cittadini".

Una curiosità: perché ha costruito il suo profilo di dirigente pubblico in Veneto?

"Sono stato a lungo sindaco, con una visibilità forte in Emilia Romagna. Meglio evitare che qualcuno mi considerasse agevolato nella carriera. Quindi ho partecipato a un concorso altrove, e l’ho vinto. Ma non ho mai nascosto il desiderio di tornare prima o poi da queste parti". Ora il desiderio si realizza, all’insegna di un dolce stil novo. Ma sia chiaro: il direttore generale non le manda a dire. Narrano le cronache che quando nel 2018, da sindaco, prese a pieni voti la laurea in storia contemporanea, si rivolse ai soliti detrattori su Facebook con un perentorio ’State muti. Ciaone’. E pubblicò anche la foto del libretto.