
Luce e gas, i rincari fanno paura. In Regione Modena la più tartassata. In due anni aumento del 74,8%
Luce e riscaldamento per le tasche dei modenesi si confermano, ancora una volta, un salasso. L’Unione Nazionale Consumatori (Unc) – nel periodo che va da giugno 2021 a settembre 2023 – ha calcolato un aumento dei prezzi sul nostro territorio del 74,8%. E’ il costo più alto pagato dagli utenti delle città capoluogo emiliano-romagnole per questi servizi fondamentali se si considera che a Ravenna – nello steso lasso di tempo – l’aumento è stato del 74,7%, a Reggio Emilia 74,4%, Bologna 74,1%, Parma 73,1%, Forlì-Cesena 72,6%, Rimini 72,4%, Piacenza 70,8%, Ferrara 70,1%. Tutte, comunque, al di sopra della media italiana, che è stata del 68,1%. Grazie a questo non invidiabile balzo in alto, Modena in Italia risulta la 23ª città con i maggiori rialzi.
Lo studio condotto da Unc è stato fatto utilizzando per luce e gas dati Istat relativi al mese di settembre 2023, estendendo poi il confronto anche alla variazione dei prezzi di luce e gas per quanto riguarda mercato libero e mercato tutelato. E vista l’evoluzione che subiranno i prezzi di questi servizi con la fine del mercato tutelato non c’è da stare allegri se si pensa che, da giugno 2021 a settembre 2023, in Italia la luce del mercato libero è rincarata del 109,6% contro il 21,3% del tutelato, più di 5 volte tanto, mentre per il gas rilevato dall’Istat, ovvero da dicembre 2021, il libero da allora è aumentato del + 47,4% contro un calo del - 11,4% del tutelato, un divario di 58,8 punti percentuali. Pesanti nubi nere, dunque, si addensano sulle nostre teste. Anche rispetto ai picchi dei prezzi raggiunti nel dicembre 2022, ora la luce del tutelato è scesa del 52,4%, quella del libero del 45,6%; quando il gas del tutelato è diminuito del 38,8% e il libero del 37,2%. Infine, anche per i dati tendenziali di settembre 2023 permane il gap, con la luce del tutelato che si abbassa del 27,6% su settembre 2022 contro il -8,7% del libero, mentre il prezzo del gas si riduce del -29,8% nel tutelato contro il -5,6% del libero.
"Insomma, comunque la si giri – afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori – tutti i confronti dimostrano come il mercato tutelato abbia contribuito a contenere gli aumenti dei beni energetici in questa situazione di prezzi impazziti e che sarebbe vergognoso non prorogarlo come minimo fino al gennaio 2025 e in ogni caso fino a che ci saranno tensioni legate alle guerre in corso. Urge fare un decreto entro la fine del mese, considerato che le famiglie hanno già ricevuto a settembre un avviso di sfratto dal mercato tutelato e va inserita la proroga in fase di conversione in legge del decreto n. 131 del 29092023, così da dare subito certezze, sia agli italiani che agli operatori. Infine, vanno ripristinati gli sconti sugli oneri di sistema della luce, magari riservandoli a chi ha contratti a prezzi variabili o a chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro".