ANGIOLINA GOZZI
Cronaca

Licenziato cambia vita e si dedica alle lumache, un successo

Cavezzo, ora il suo allevamento è il migliore d’Italia

Andrea Rinaldi, titolare de ‘La Chioccola di Motta’ mostra il premio nazionale Lumaca d’oro 2016 e, accanto, il suo allevamento

Cavezzo (Modena), 17 ottobre 2016 -  E’ nata solo due anni fa, ma l’azienda agricola ‘La Chiocciola di Motta’ (Cavezzo) che produce lumache, a fine settembre, durante il 45° Convegno Internazionale di Elicicoltura svoltosi a Cherasco (Cuneo), è stata insignita del premio nazionale Lumaca d’oro 2016 come miglior allevamento d’Italia e per la sua storia. Titolare dell’attività è Andrea Rinaldi che, dopo aver lavorato per anni come commerciale estero per una multinazionale tedesca, a seguito della crisi è stato licenziato e a 45 anni dovendo inventarsi una professione ha deciso di puntare su qualcosa di diverso.

«Ho sempre vissuto in campagna – racconta Rinaldi – e dopo essermi documentato ho visto che la produzione di lumache poteva essere un’opportunità. L’Italia ne consuma 44mila tonnellate l’anno e pur essendo il secondo produttore in Europa dietro la Francia, deve importarne per far fronte al fabbisogno interno. Dopo aver seguito un corso all’istituto internazionale di elicicoltura a Cherasco, ho deciso di aprire l’attività. Ho investito 50mila euro per partire acquistando l’attrezzatura di base, reti, sementi e i riproduttori. Nell’ettaro di terreno ho impiantato 35 orti recintanti suddivisi in quelli dedicati all’ingrasso delle lumache e quelli per la riproduzione, che in totale ospitano circa 1 milione e 100mila esemplari. Una delle peculiarità del mio allevamento consiste nell’essere a ciclo biologico completo perché coltivo anche cavolo, bieta da taglio, carote e zucche per l’alimentazione delle lumache».

La raccolta delle chiocciole avviene da giugno a inizio novembre, poi vanno in letargo sotto terra. «Il prodotto – spiega Rinaldi – lo vendo direttamente al pubblico nel negozio che ho allestito o alla ristorazione. E’ una carne delicata e con pochi grassi. Oggi ne produco 10 quintali all’anno, in futuro vorrei offrire anche prodotti trasformati. Per poterle vendere, le lumache vengono raccolte e messe in gabbie areate per farle spurgare. Dopo un paio di giorni vanno in letargo, passate due settimane, quando sono completamente asciugate, vanno selezionate, messe in reti simili a quelle usate per cozze e vongole per essere consumate o vendute. Io ho la certificazione di lumache italiane, specie Helix Aspersa e l’allevamento è registrato presso l’Ausl».