
Nel week end le visite guidate a due perle della Bassa modenese: il bosco della Saliceta e a Massa il Castello dell’antica famiglia
Sabato 12 e domenica 13 ottobre con le Giornate FAI d’Autunno, nella Bassa modenese ci si appresta ad accogliere i tanti appassionati di ambiente e architettura in due luoghi particolari e suggestivi, ricchi di storia: il Bosco Saliceta di Camposanto e il Castello Carrobio di Massa Finalese (nella foto). "Due perle - annunciano dal FAI Bassa modenese - legate insieme dalla storia della famiglia dei Conti di Carrobio". Visite guidate dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 17.30 condurranno i partecipanti prima dentro l’attuale Area di riequilibrio ecologico di Camposanto (via Madonna – angolo via Bocchetta) e poi, a completamento del percorso di narrazione, al Castello di Carrobio di Massa Finalese (via per Mirandola 39). La costruzione del Castello, tra il 1898 e il 1914, oggi inaccessibile in quanto tuttora oggetto di restauro post terremoto, attorniato da un pasto parco in parte oggi pubblico, è abbastanza recente e la si deve ad un ricco ambasciatore al servizio del re d’Italia, Vittorio Sacerdoti Conte di Carrobio, come regalo alla moglie Elena von Gutmann, di origine boema. Per questo l’edificio presenta una combinazione di stile neo-gotico, mitteleuropeo ed eclettico, che tra ispirazione dalla residenza del fratello della nobildonna. Dopo essere caduto in abbandono venne restaurato prima del terremoto e passò per diversi proprietari. Il legame col Bosco della Saliceta risale al 1909, quando il Conte Carobbio acquistò la grande area boschiva, già tenuta di caccia del duca di Modena, che si estendeva per 100 ettari tra Camposanto, San Felice, Medolla e San Prospero, comprendente querce, ontani, salici, olmi, aceri, frassini, pioppi. Il Bosco a circa 10 chilometri di distanza dal castello ed è uno dei luoghi più caratteristici della Bassa, citato in documenti di oltre mille anni fa.
A quel tempo, prima di essere frazionato in ottanta poderi dopo la guerra, era abitato da caprioli, cervi, cinghiali, daini, donnole, fagiani, lepri e volpi. Col passaggio al conte di Carrobio venne diviso in 16 quadre di eguale superficie da tre strade nord-sud e tre est-ovest per consentire il taglio sistematico e il normale rimboscamento. All’interno vi fece costruire una carbonaia, una segheria, magazzini, una ferrovia interna per il trasporto dei materiali.
Alberto Greco