Ma se vince Mezzetti non si farà imporre nomi

I Dem e la lezione ignorata dopo l’harakiri della classe dirigente dei 40enni. La lista sarebbe stata costruita anche con un occhio al futuro esecutivo .

Ma se vince Mezzetti  non si farà imporre nomi

Ma se vince Mezzetti non si farà imporre nomi

Leggendo le cronache di questi giorni, che raccontano come il Pd modenese sta costruendo la lista di candidati, una domanda sorge spontanea: ma come, la gioventù rampante del partito non ha imparato nulla dalla lezione di gennaio e ricomincia con le vecchie liturgie, aggiornate da una dose ulteriore di personalismo e spregiudicatezza? Dopo tutto sono passati solo tre mesi da quando una situazione imbarazzante, bloccata dai veti incrociati di una pletora di pretendenti alla poltrona di primo cittadino, fu risolta solo chiamando in aiuto un salvatore della patria, ovvero l’ex assessore regionale Massimo Mezzetti, tra l’altro non iscritto al Pd. Un harakiri per la classe dirigente dei quarantenni, si disse, ma anche l’occasione di ripartire su nuove basi. E infatti, per un po’, tutti in apparenza si sono ricompattati sul nome di Mezzetti (a parte il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, che ha dovuto abbozzare ma continua imperterrito la sua corsa personale). Poi, però, al momento di assegnare le poltrone, sta uscendo dal cilindro della segreteria cittadina una lista che molti osservatori definiscono con un solo aggettivo: autoreferenziale. C’è chi lamenta il mancato coinvolgimento della segretaria provinciale, mentre si litiga sulla deroga al regolamento del partito, che consente il terzo mandato in Consiglio solo come eccezione: stavolta, visto il numero di pretendenti, rischia di diventare la regola.

Una gola profonda riferisce che giorni fa in segreteria comunale hanno addirittura meditato di fare il gran passo: recarsi in delegazione dal candidato sindaco del centro-sinistra e chiedergli senza mezzi termini quali esponenti del Pd ha intenzione di mettere in giunta nel caso venga eletto. Con uno scopo chiaro: liberare posti per la lista dei candidati consiglieri fatta in casa. Solo cattiverie, visto che l’idea è poi rientrata? Forse, ma non pare così inverosimile. E la dice lunga sul livello di mancata comprensione del personaggio Mezzetti, che considerando la storia personale e la scommessa sul ruolo da svolgere, tutto vorrà fare tranne che subire l’imposizione di una lista di nomi. Certo, la politica è l’arte del possibile. E anche Mezzetti, come tutti, alla fine troverà la quadra accettando qualche compromesso.

Ma il punto importante è un altro. Una volta, ad ogni elezione, si evocava l’importanza della cosiddetta società civile. Ebbene, è mai possibile, con tutto il rispetto personale per i candidati consiglieri in pectore, che la vasta area vicina al Pd non sia in grado di esprimere oggi un maggior numero di volti nuovi provenienti dal mondo delle professioni, del volontariato e dell’associazionismo? Domanda retorica, viene da dire. E a proposito di retori, torna in mente Cicerone: ’La storia – diceva – è maestra di vita’. Più o meno tutti l’abbiamo studiato. Ma chi se lo ricorda più?