SILVIO CORTESI
Cronaca

Mancano medici a Modena, l’allarme di Petrini: “E’ un’altra pandemia”

La dg: "Il problema non è solo in pronto soccorso"

L'allarme lanciato dal direttore generale dell’Ausl di Modena, Anna Maria Petrini (nel tondo): "Mancano medici, è un'altra pandemia"

L'allarme lanciato dal direttore generale dell’Ausl di Modena, Anna Maria Petrini (nel tondo): "Mancano medici, è un'altra pandemia"

Modena, 10 maggio 2024 – Cooperative di medici, bilancio, liste di attesa, riorganizzazione dei servizi. Sono questi gli argomenti affrontati dal direttore generale dell’Ausl di Modena Anna Maria Petrini a margine della Conferenza territoriale sociale e sanitaria.

"La carenza di personale è un’altra pandemia, una criticità che ci troviamo ad affrontare da anni. Abbiamo problemi non solo nei Pronto soccorso, ma anche in ginecologia, dermatologia, oculistica, anestesia. Sono arrivata nel giugno 2022 e l’azienda aveva già dovuto valutare l’attivazione di contratti con le cooperative di medici, peraltro presenti non solo nella nostra provincia. Abbiamo dovuto chiamarle perché l’alternativa era la sospensione dei servizi. Sottolineo che non abbiamo dato i nostri servizi in gestione all’esterno, bensì integrato i professionisti dipendenti dell’Ausl nell’Area Nord, conservando sempre una guida pubblica. Il Pronto soccorso di Mirandola ha registrato nel 2023 oltre 26mila accessi, quello di Carpi oltre 46mila. Per questo ringrazio i primari dei Pronto soccorso, tutti i professionisti che ci lavorano e il direttore del dipartimento interaziendale di emergenza-urgenza Geminiano Bandiera: hanno svolto un lavoro eccellente.

Stiamo gradualmente diminuendo il ricorso alle cooperative: rispetto al 2022 i turni coperti da loro sono calati del 60%, ma il percorso non è così immediato. Nel frattempo, restano aperti i bandi per contratti libero-professionali e assunzioni, sia a tempo determinato che indeterminato". Rispondendo indirettamente ai rilievi della Corte dei conti a proposito del bilancio, Petrini ha affermato che, nonostante le note difficoltà della sanità pubblica, l’Ausl di Modena presenta un bilancio d’esercizio 2023 in pareggio, mentre il disavanzo del 2022 era stato ripianato dalla Regione.

"Oltre ai costi Covid non completamente rimborsati dallo Stato, abbiamo dovuto fare i conti con l’inflazione (+8% nel 2022, +5% l’anno scorso) e i rincari energetici. Le assegnazioni del fondo sanitario nazionale sono arrivate rispettivamente il 21 dicembre 2022 e 8 novembre 2023: va da sé che è complesso gestire senza avere la contezza definitiva delle risorse. Nonostante ciò, registriamo nel 2023 un incremento del 2,6% di valore della produzione, quindi finanziamenti ed entrate dirette".

La direttrice generale ha aggiunto che, anche se il Covid non è ancora scomparso, l’azienda sta gradualmente tornando a una gestione ordinaria ed è previsto un recupero delle attività.

Per esempio, l’anno scorso è stato raggiunto l’obiettivo di incrementare l’attività chirurgica del 7,5% e l’80% degli interventi scaduti nel 2022 è stato erogato nel 2023. Sono aumentati anche la chirurgia ambulatoriale (+8,3%) e la specialistica (+2,2%). A breve sarà pronto un piano straordinario sulla specialistica per prendere in carico patologie come diabete e scompenso cardiaco. Intanto sono state potenziate le attività domiciliari, ora attive sette giorni su sette (non più cinque su sette), dodici ore al giorno, compresa una funzione di triage telefonico.

"Vuol dire – ha spiegato Petrini – che, oltre alle visite programmate, i pazienti domiciliari e loro familiari o caregiver possono ricevere risposte telefoniche per qualsiasi esigenza".

Infine, la dg dell’Ausl ha ricordato il nuovo numero unico di guardia medica (800 032 032), che si può chiamare tutti i giorni dalle 8 di sera alle 8 della mattina, festivi e prefestivi compresi. Riceve circa 200 chiamate ogni notte, oltre 800 nei fine settimana.

"Risponde un medico, quindi il cittadino può avere una risposta qualificata che – ha concluso Anna Maria Petrini - garantisce una soluzione del problema nel 65% dei casi".