Marco Bottazzi morto nell'incidente: "Era il nostro 'gigante buono'"

La commozione di dirigenti ed ex compagni. Negli Juniores era stato compagno di Liborio Vetrano, deceduto in un incidente nel 2019

Il 23enne Marco Bottazzi in una foto scattata ai tempi dell’esperienza alla Virtus

Il 23enne Marco Bottazzi in una foto scattata ai tempi dell’esperienza alla Virtus

Modena, 17 aprile 2022 - Ha destato grande commozione anche nel mondo del calcio dilettantistico modenese la morte di Marco Bottazzi, difensore cresciuto nella Virtus Campogalliano che in estate era passato alla nuova Virpol Campogalliano (Seconda categoria), nata dalla fusione fra le due squadre cittadine, la Virtus e la Polisportiva.

Una passione che non aveva abbandonato nonostante i turni serali del lavoro da cameriere presso il ristorante ’Il Pesciaio’ di San Martino in Rio. "È una notizia che ci ha sconvolto – racconta col nodo in gola Alfonso Cammarata, uno dei fondatori della Virtus e ora dirigente alla Virpol dopo essere stato allenatore della Primavera del Carpi – e ancora faccio fatica a realizzare. Marco era il nostro ’gigante buono’, un ragazzo d’oro. Con noi aveva giocato anche nella Juniores e in tanti anni non mi ricordo una sua parola fuori luogo, un litigio con un compagno o con un avversario. Era stato anche istruttore della nostra scuola calcio per i bimbi del 2010 qualche anno fa ed era ben voluto da tutti, bambini e genitori. Una figura silenziosa ma speciale della nostra società".

In quella Juniores Marco era compagno di squadra di Liborio Vetrano, morto in un incidente stradale a Correggio nell’aprile del 2019. "Sembra una maledizione – prosegue Cammarata – e per noi che volevamo bene a entrambi è una botta difficile da digerire". Con Marco Bottazzi per tre anni ha giocato anche il carpigiano Gianluca Savignano, che dell’amico conserva un ricordo speciale.

"Sono stato capitano di quella squadra – spiega commosso – e Marco è sempre stato un esempio per tutti. Anche se non giocava tanto non ha mai mancato un allenamento, mai una lamentela o una parola fuori posto. Me lo ricordo sempre col sorriso sulle labbra, disponibile e garbato nel suo modo di fare. Quando pensi a un bravo ragazzo quello era Marco. Io ho cambiato squadra in estate (a Limidi, ndr ) ma lo scorso inverno avevamo fatto una cena di quel fantastico gruppo e Marco era un punto fermo per tutti. Mi porto sempre dietro la sua immagine durante gli allenamenti nei giorni più freddi, a volte sotto la neve: noi eravamo bardati con sciarpa, scaldacollo, berretto e guanti, qualcuno con le braghe termiche. Lui aveva solo la maglia termica e un k-wey perché in pochi minuti si scaldava e anzi iniziava a sudare. Lo invidiavamo un po’ tutti".