
Medio Oriente, effetti sull’economia: "Il nostro export rischia la crisi"
Lapam Confartigianato lancia l’allarme: "L’allargamento al Mar Rosso della crisi in Medio Oriente potrebbe aggravare la flessione del commercio internazionale, mettendo a rischio una quota rilevante dell’import-export dell’Italia. A risentirne maggiormente sarebbe proprio l’Emilia-Romagna e quindi anche Modena, che sull’export delle proprie eccellenze basa buona parte dello sviluppo economico del territorio".
Secondo gli ultimi dati dell’ufficio studi dell’associazione, infatti, l’espansione del conflitto andrebbe a danneggiare una fetta importante dei prodotti Made in Italy, andando a compromettere la ripresa del commercio internazionale prevista in questo 2024. A livello provinciale Modena è prima in regione per maggiore esposizione alla crisi di Suez: l’export trasportato via mare attraverso il Canale di Suez vale l’8,7% del valore aggiunto per il territorio della Ghirlandina. Secondo i dati infatti l’export modenese che attraversa il Mar Rosso vale 2.270 milioni di euro. Sul punto interviene Roberto Guaitoli, amministratore unico di ‘Collezioni Srl’ (azienda di intimo e mare che produce per il marchio ‘Cosabella’, per ‘Journelle’ e altri) e, a livello di associazione, presidente nazionale della categorie abbigliamento, nonché su Carpi, presidente della categoria moda. Guaitoli, come imprenditore, come sta vivendo questa escalation della crisi in Medio Oriente?
"L’export rappresenta il 65% del nostro mercato. Al momento, per quel che ci riguarda, la crisi del canale di Suez non ha grossissime ripercussioni negative su di noi, in quanto esportiamo via aereo. E anche la nostra filiera è abbastanza corta. Questo a livello di correlazione immediata. Il che però non esclude che i rischi potranno arrivare".
Cosa intende?
"Un rischiosità ‘indiretta’ legata ai nostri fornitori di materia prima, dai quali acquistiamo ad esempio il cotone e la lycra, e che non si trovano in Italia".
Intende che potreste essere danneggiati come importatori?
"Esatto: importiamo da alcuni Paesi che invece stanno subendo o potrebbero subire le conseguenze dell’allargamento al Mar Rosso della crisi in Medio Oriente. Se i nostri fornitori saranno costretti ad alzare i prezzi, l’ondata, sia pure più avanti nel tempo, ma arriverà a colpire anche noi. Il tutto ovviamente nella speranza che nel frattempo questo terribile conflitto si fermi".