
Modena, 1 maggio 2023 – La macchina dell’accoglienza modenese fatica sempre più. Il coordinamento è assicurato da un tavolo permanente, coordinato dalla prefetta Alessandra Camporota, dove sono presenti enti locali, regione, autorità sanitarie, Caritas e soprattutto la diffusa rete del volontariato modenese e dei gestori cui sono affidati i Centri di accoglienza straordinaria (Cas).

Porta Aperta è uno dei gestori chiamati a farsi carico di ricevere chi viene ridistribuito sui territori. "In questo momento – conferma il presidente Alberto Caldana – abbiamo 95 persone nelle nostre strutture, cui vanno aggiunti anche 54 ucraini. Potremmo arrivare a un centinaio, non oltre perché gli spazi non lo consentono".
La cooperativa sociale L’Angolo è uno degli altri gestori dei Cas locali e accoglie quasi la metà di chi è giunto in questi ultimi mesi a Modena. "Noi – ci dice Giorgia Bartoli, coordinatrice del Centro di accoglienza straordinario di Modena di via Costellazioni, gestito da L’Angolo – attualmente abbiamo circa 560 beneficiari e quello che stiamo facendo in raccordo con la prefettura è di garantire che l’accoglienza sia uguale per tutti quelli che arrivano anche se stiamo fronteggiando effettivamente degli arrivi molto più consistenti rispetto a pochi mesi fa. Solitamente avevamo 3-4 ingressi a settimana, mentre nelle ultime due settimane ci siamo trovati la richiesta di ingresso anche 20-25 persone per settimana. Le nostre strutture sono vicine alla saturazione. Già da tempo, però, ci siamo mossi per acquisire nuove strutture e confidiamo a breve di disporre di più posti in nuovi appartamenti".
Con l’eccezione di via Costellazioni a Modena (200 ospiti), i gestori tendono ad evitare le grosse concentrazioni di migranti. "Abbiamo fatto consapevolmente la scelta di non avere grosse concentrazioni – aggiunge Caldana – privilegiando collocazioni in appartamenti diffusi, che vanno dalla montagna all’Area Nord, composti da non oltre 6 persone per alloggio. Le strutture piccole sono quelle che favoriscono più facilmente l’integrazione, anche perché spesso i migranti godono della solidarietà dei condomini o degli abitanti delle frazioni in cui prendono dimora. Abbiamo una sola villetta che essendo molto grande ospita 12 persone, ma è un caso unico".
L’opzione per una distribuzione diffusa è confermata anche da L’Angolo. "Ci siamo attivati – spiega Bartoli – cercando appartamenti sul territorio, e anche attivandoci con le amministrazioni comunali sensibilizzate dal prefetto per individuare spazi inutilizzati. Un accordo, non ancora formalizzato, è stato raggiunto con Formigine, che mesi estivi ci consegnerà una struttura per accogliere un nucleo di 5 migranti curdi".
L’equilibrio del sistema di accoglienza che finora ha retto l’impatto della emergenza migranti, tuttavia, rischia di spezzarsi se il ritmo degli arrivi supera le effettive disponibilità alloggiative, anche perché i costi ormai superano la quota dei rimborsi garantiti ai gestori, 27 euro pro die pro capite e i costi delle utenze sono schizzati. "Ovviamente – fa sapere Bartoli – l’accoglienza diventa sempre più difficoltosa perché 27 euro di rimborso è la stessa cifra che si mantiene da diversi anni. In esso è compresa la garanzia di vitto, alloggio, abbigliamento, spese di gestione, oltre a professionalità come assistenti sociali, medici di base, psicologi che devono essere presenti nell’organico del centro di accoglienza. Complicata la sostenibilità economica dell’accoglienza con gli attuali rimborsi".