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Mobilità, ciclabili sotto la lente: "Tratti insicuri, obsoleti o mancanti. Ecco le criticità su cui intervenire"

Ermes Spadoni, presidente Fiab: "La nostra città vanta una vasta rete ma il voto è appena sufficiente. Tra le difficoltà da risolvere, tragitti interrotti a causa dei cantieri e zone rimaste ferme agli anni ’70".

Nel comune di Modena si contano ben 247 chilometri di percorsi ciclabili (foto Bassoli)

Nel comune di Modena si contano ben 247 chilometri di percorsi ciclabili (foto Bassoli)

di Giorgia De Cupertinis

Sono oltre 240 i chilometri di percorsi ciclabili che attraversano la nostra città. Chilometri su cui uomini, donne e bambini si spostano ogni giorno, pedalando fino alla propria meta.

Una "mappa" ricca di percorsi, "che vanta un’estensione importante, tant’è che Modena è stata una delle prime città italiane a puntare realmente su questo aspetto – conferma il presidente di Fiab, Ermes Spadoni – ma che allo stesso tempo, non nasconde comunque anche alcune insidie su cui sarebbe bene mantenere alta l’attenzione: alcuni percorsi, infatti, sono rimasti fermi agli anni ’70 e andrebbero per questo resi più moderni e sicuri".

Riavvolgendo il nastro, infatti, Spadoni sottolinea come "basti un solo punto nero all’interno di questa rete per mettere a repentaglio la sicurezza dei ciclisti. Un esempio pratico? Ci sono strade importanti come viale Buon Pastore e via Fratelli Rosselli, ma anche via Amendola e via Don Minzoni, dove le ciclabili sono piccole e strette.

Allo stesso tempo, è bene sottolineare come nella nostra città ci siano tratti in cui le ciclabili non esistono nemmeno, come per quanto riguarda il cavalcavia Mazzoni – aggiunge Spadoni –. Anche per questo motivo sarebbe necessario puntare a uno schema, a una rete, che sappia collegare ancora meglio i diversi punti della città.

Tenendo conto di un aspetto cruciale: la manutenzione deve essere prioritaria, compresa quella legata ai cartelli, affinché le persone scelgano davvero di sostituire l’auto alla bicicletta, spostandosi così verso una mobilità sostenibile".

Dall’altra parte, "è bene ricordare che ci sono differenze tra corsie e piste ciclabili. Quando si parla delle prime, rimane necessario intervenire anche sul traffico in strada, con alcuni strumenti ad hoc, come i rialzi alle intersezioni pedonali o il restringimento della carreggiata, affinché gli automobilisti siano ’costretti’ a girare a velocità più moderate, grazie a una strada che, per l’appunto, ti induce così ad andare più piano".

Infine, rimane il rebus dei cantieri.

"Spesso accade che, nel momento in cui iniziano i lavori, non viene pensata una ciclabile alternativa per i cittadini, proprio come è successo per la ciclabile del Corni – continua Spadoni – e questo è un problema da non sottovalutare".

Ma che voto merita, quindi, la nostra città? "Come Fiab, sul nostro sito, abbiamo una sezione dedicata ai ’comuni ciclabili’, che vede una valutazione del nostro staff tecnico nazionale: in questo caso, sono state assegnate 3 bikesmile su 5. Parliamo quindi di una sufficienza, ma con ampi margini di miglioramento".