Morte di Nicolas, il piccolo era accovacciato sotto il cruscotto

Bimbo morto a quattro anni: i carabinieri del Ris analizzano l’auto della madre

Il giocattolo preferito di Nicolas, al centro delle indagini

Il giocattolo preferito di Nicolas, al centro delle indagini

Modena, 22 maggio 2018 - Era lì, accucciato sotto il cruscotto, in condizioni disperate. Così i medici del triage hanno trovato il piccolo Nicolas, lo scorso 24 aprile, quando la sua mamma lo portò d’urgenza all’ospedale di Carpi, dicendo di avergli appena estratto un giocattolo dalla bocca, a causa del quale sarebbe soffocato. «E’ caduto durante una frenata brusca», avrebbe detto ai sanitari accorsi. Ora sull’auto della donna, la 30enne Anna Beltrami, indagata per atto dovuto per il reato di omicidio volontario, saranno effettuati accertamenti irripetibili.

NICO_31087399_180938
NICO_31087399_180938

Nei prossimi giorni, infatti, la vettura, una Lancia Musa, sarà affidata agli esperti del Ris di Parma, che all’interno dell’auto della donna cercheranno eventuali tracce per far luce sulla vicenda, ad oggi ancora misteriosa.Inoltre si cercherà di stabilire se il piccolo, nell’eventuale caduta dovuta alla frenata, abbia riportato un trauma cranico a causa dell’impatto con il cruscotto. Ma c’è di più, perchè l’esame autoptico effettuato sul corpicino di Nicolas ha categoricamente escluso abrasioni o altre lesioni nel cavo orale. Insomma: non ci sono segni del passaggio del giocattolo nella bocca del bimbo: eppure parliamo di un pupazzo Gattoboy (nella foto) di plastica dura, lungo quasi dieci centimetri e largo oltre quattro. Un personaggio di una trilogia a cui il piccolo era molto legato e che, secondo la giovane mamma, lei stessa avrebbe estratto dalla bocca del figlioletto, dopo averlo trovato riverso a terra, a pancia in giù, nel campo tra Carpi e Limidi dove mamma e piccolo stavano giocando a nascondino.

Il giocattolo potrebbe essere scivolato nella gola del bambino senza provocare danni? Oppure il piccolo Nicolas è soffocato per altre cause? A tutte queste dolorose risposte si cercherà ora di dare risposta, da una parte attraverso gli accertamenti svolti dai Ris e, dall’altra, dalle indagini che sono ancora in corso da parte dei carabinieri di Carpi, guidati dal capitano Alessandro Iacovelli. A seguito del dramma i militari avevano effettuato anche diverse perquisizioni nelle abitazioni della madre di Nicolas e in altre legate alla famiglia. Ricordiamo che Anna Beltrami è stata iscritta nel registro degli indagati come atto dovuto, appunto, con l’accusa di omicidio volontario. Il racconto della donna, infatti, non avrebbe convinto fino in fondo gli inquirenti che ora intendono far luce, coordinati dalla Procura, sulla morte di un bimbo di soli quattro anni.

E’ il pomeriggio del 24 aprile, appunto. Sono circa le 17 e mamma e piccolo, dopo una passeggiata a Limidi e un gelato, raggiungono le campagne a pochi passi da Carpi. Prima Nicolas, secondo la donna, lancia i sassolini nel canale, ipnotizzato dai cerchi sull’acqua. Poi chiede alla mamma di giocare a nascondino tra l’erba alta. La 30enne gli lascerebbe quindi il tempo per nascondersi. Passano tre minuti circa e la donna trova il bimbo vicino al corso d’acqua, supino e col giocattolo infilato in gola. Anna lo estrae, prova a rianimarlo sull’erba – racconterà ai carabinieri – e infine decide di non chiamare i sanitari, ma di portarlo direttamente all’ospedale. Quando i medici del triage aprono la portiera per estrarre il piccolo, già in fin di vita, lo trovano accovacciato sotto al sedile, all’ombra del cruscotto: un angioletto biondo che pare quasi addormentato. «Ho fatto una frenata brusca ed è caduto lì sotto», racconterà poi la mamma ai sanitari. Il minore viene trasferito al Policlinico ma le sue condizioni sono disperate. Il giorno seguente il suo cuoricino smette di battere.