Valentina Reggiani
Cronaca

Sassuolo, morto a due anni: caso archiviato

Per la tragedia del piccolo Gabriele, deceduto l’1 marzo 2023 in ospedale, il giudice rigetta ogni colpa medica

"Non c'è stata colpa medica"

"Non c'è stata colpa medica"

Sassuolo, 4 maggio 2024 – Nessuna colpa medica: il piccolo Gabriele Cirnigliaro è morto per insufficienza multiorgano conseguente a sepsi severa, scaturita da una infezione bronco-pneumonica acuta. Per quanto concerne, invece, il profilo delle responsabilità eventualmente ascrivibili ai medici, "l’attenta analisi della condotta del personale sanitario intervenuto nelle cure di Gabriele porta ad affermare l’adeguatezza e proporzionalità rispetto alle specificità della vicenda clinica". E’ a queste conclusioni che è giunto il giudice dottoressa Barbara Malvasi, che ieri ha disposto l’archiviazione per il caso del piccolo Gabriele Cirnigliaro, il bambino di due anni e mezzo deceduto il primo marzo del 2023 all’ospedale di Sassuolo, dove era stato portato dai genitori in seguito ad alcuni problemi di salute.

Il giudice ha rigettato l’opposizione presentata dalla famiglia del bimbo, rappresentata dall’avvocato Roberta D’Acquino. Il legale aveva chiesto di disporre nuove indagini, anche attraverso la nomina di un altro consulente. Per il decesso del bambino, lo ricordiamo, la procura aveva iscritto sul registro degli indagati la pediatra di base e due pediatre dell’ospedale di Sassuolo con l’ipotesi di reato di ‘responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario’ . Ma, secondo il giudice: "Le condotte poste in essere dai medici titolari di autonome e distinte posizioni di garanzia risultano del tutto immuni da profili di penale rilevanza, in quanto conformi alle linee guida ovvero alle buone prassi settoriali".

"In una situazione di questo genere, la prima cosa è la sofferenza della famiglia per quanto drammaticamente accaduto e la difficoltà dei familiari a darsi una spiegazione. L’accertamento effettuato a seguito dell’esposto ha consentito di identificare una causa di morte, cioè una conseguenza di una infezione polmonare grave che ha avuto una evoluzione bifasica: un iniziale miglioramento durante le prime ore di ricovero, con una risposta positiva alle cure, poi un crollo improvviso – afferma il dottor Claudio Rota, direttore di pediatria e del dipartimento materno e infantile dell’ospedale –. In situazioni di questo genere, il quesito per tutti è se le cure siano state adeguate, come modalità e tempistica. Quello che è emerso con assoluta chiarezza dal parere dei professionisti esperti in questo ambito, è che le cure sono state prestate in modo adeguato. Questo nulla toglie al dolore della famiglia ma il dubbio che ci fosse stato qualcosa di non corretto era un dubbio devastante".