GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Moschea alla Sacca, c’è chi dice sì "Rispetto per tutti: nessun fastidio"

Fabrizio Ragazzi è nato e cresciuto nel rione. Ha partecipato all’ultimo incontro alla Polisportiva "Alcuni discorsi sulla viabilità mi sembrano pretestuosi: giusto prevedere i luoghi di culto nel tessuto urbano".

Moschea alla Sacca, c’è chi dice sì "Rispetto per tutti: nessun fastidio"

di Gianpaolo Annese

"Nella città in cui vorrei vivere tutti i culti sono ben accetti, non ci sono religioni di serie A e religioni di serie B". Capita che tra i residenti della Sacca non tutti si scaglino contro la realizzazione della nuova moschea. Fabrizio Ragazzi, 50 anni, impiegato, per esempio, era presente all’incontro sul tema mercoledì scorso alla polisportiva Sacca e non trova nulla in contrario, anzi, che nel quartiere in cui risiede (zona ex mercato bestiame) venga costruito un edificio di culto islamico.

"Sono nato a Modena da genitori modenesi. Quelli che capiscono anche gli sproloqui di Sandrone senza bisogno dei sottotitoli. Quelli autoctoni che più autoctoni non si può – premette Ragazzi articolando il suo ragionamento – Personalmente non sono credente di alcuna religione, però mi annovero tra i cittadini che si augurano di poter presto vedere l’inaugurazione della prima vera moschea di Modena. Trovo adatta anche la collocazione che viene attualmente ipotizzata, interna al tessuto residenziale della città, recuperando un terreno già precedentemente urbanizzato".

Per Ragazzi si tratterebbe di "un bel segnale per tutti e un pezzo della Modena futura di cui andare orgogliosi". Di fronte all’obiezione che in realtà la maggior parte dei cittadini respinge il progetto non tanto per la moschea in sé ma per i problemi di viabilità e di smog che ne potrebbero derivare una volta edificata, Ragazzi fa notare che "negli incontri ai quali ho partecipato ho avuto l’impressione che, per alcuni, la moschea sarebbe accettabile solo se venisse realizzata in una zona industriale, fuori dal centro abitato: i discorsi sulla viabilità erano in molti casi in realtà pretestuosi. Sentivo che c’era chi urlava ‘fatela alla Bruciata, fatela alla Bruciata…’ o ‘fatela a Buon Pastore o all’ex Cie’ (il centro di identificazione ed espulsione dove venivano reclusi gli immigrati in vista del rimpatrio ndr").

C’è anche, prosegue, "chi preferiva qualsiasi cosa al posto della moschea: l’allargamento del parco, un nuovo parcheggio. Quasi che sia un’offesa al quartiere prevederci una moschea. Io non capisco questa discriminazione: i luoghi di culto devono poter essere nei limiti del possibile nel cuore della città, facilmente raggiungibili da tutti i fedeli".

Molti residenti, conclude, "avevano da ridire anche sulla costruzione di nuovi alloggi Ers: ma l’edilizia residenziale è importante e viene incontro alle famiglie in difficoltà, non comprendo davvero queste resistenze".Ragazzi riferisce di aver criticato spesso l’amministrazione comunale sul discorso della qualità dell’aria e "infatti io condivido le preoccupazioni sul polo logistico Conad, dove effettivamente la movimentazione dei tir potrebbe avere un impatto considerevole sul tasso di inquinamento già insostenibile. Ma sulla moschea sinceramente non capisco le obiezioni: all’incontro tra l’altro si è appreso che non ne è ancora stato deciso neppure il dimensionamento. se non sarà eccessivo sarà più o meno come avere un condominio in più nel rione, non vedo che fastidio possa dare alla quotidianità degli altri cittadini che vi abitano".