
Fidel, Yajaira ed Henry sono studenti tra i 25 e i 27 anni, sono fuggiti dall’Ucraina a seguito della guerra e hanno trovato accoglienza a Carpi, grazie all’associazione Mediterranea. Sono arrivati da noi in marzo, sono ‘rifugiati’ ma con una peculiarità: erano in Ucraina ma non sono ucraini, bensì originari del Sud America (Ecuador e in Colombia).
Giovedì sera sono stati i protagonisti della seconda serata a loro dedicata, organizzata nella parrocchia di Quartirolo e sostenuta da varie associazioni: una cena per raccogliere fondi ma soprattutto un momento di testimonianza e di incontro con i ragazzi, per fare il punto della situazione, grazie anche alla presenza dell’avvocato modenese Monica de Virgilis e, in collegamento on line da Napoli, dell’avvocato Stella Arena (di Mediterranea) esperta nella difesa dei diritti dei migranti, che hanno evidenziato le difficoltà normative e burocratiche che stanno incontrando per poter fare lavorare questi giovani. "Ci eravamo trasferiti in Ucraina già da vari anni per studiare e lavorare – ha spiegato Yajara – perchè in Ecuador e in Colombia le possibilità di studiare sono complicate, le università hanno costi molto elevati per noi: così abbiamo colto l’opportunità (attraverso alcune organizzazioni rivolte agli studenti) di andare in Ucraina, dove i costi per gli studi sono più economici e abbiamo anche trovato un lavoro per poter aiutare le nostre famiglie". La guerra, la partenza da Kiev su un treno, la Polonia dove "abbiamo incontrato due persone dell’associazione Mediterranea che portavano la bandiera italiana, abbiamo chiesto se potevamo salire sul loro bus, ci hanno accolto a braccia aperte". Inizialmente erano 5 i ragazzi, ma negli ultimi mesi due sono andati in Moldavia. Fidel, Yajaira, fidanzati e studenti di Medicina a Kiev, sono ospitati dalla parrocchia di Quartirolo, da don Antonio Dotti, mentre Henry alloggia da Grazia Gamberini. Yajaira ha il codice fiscale quindi può lavorare: "Durante l’estate – racconta don Dotti – ha lavorato come mediatrice nei centri estivi, aiutandoci anche nell’inclusione di bimbi ucraini. Adesso la sera va a fare le pulizie in un locale. I ragazzi invece non possono fare nulla perché non hanno il documento, ma hanno voglia di lavorare". I due avvocati hanno ricordato la difficile sfida dei diritti fin qui ottenuti: "C’è stata tanta accoglienza per gli ucraini, ma per chi viene dall’Ucraina senza esserne cittadino, il nostro Governo ha previsto un percorso più complesso. A breve avremo un incontro in Questura a Modena: ci rimettiamo al ‘buon cuore’ del Questore".
Maria Silvia Cabri