VALENTINA REGGIANI
Cronaca

"Norme sull’affidamento dei minori. Vanno tutelati i diritti delle madri"

"Ci risiamo, dopo 25 anni è tornato alla ribalta il disegno di legge, particolarmente negativo, che punta ad eliminare le...

"Ci risiamo, dopo 25 anni è tornato alla ribalta il disegno di legge, particolarmente negativo, che punta ad eliminare le norme che garantiscono alle madri, in caso di separazione, divorzio, fine della convivenza la possibilità di accudire i figli e di continuare ad abitare nella casa ex familiare e di ricevere un contributo per il mantenimento ordinario del figlio". A commentare il disegno di legge 832 che prevede modifiche al codice civile, al codice di procedura civile e al codice penale in materia di affidamento condiviso è la prof, avvocatessa Maria Grazia Scacchetti. "C’è un’escalation di violenze in famiglia e con la convenzione di Istanbul che l’Italia ha sottoscritto nel 2003, a tutela delle vittime di violenza, è stato previsto che dovesse essere escluso l’affidamento al partner autore di violenza. Questo Ddl prevede che invece l’affidamento e collocamento sia paritetico indipendentemente dal fatto che il padre sia stato autore di violenza domestica: torniamo indietro di un quarto di secolo, le donne continueranno a perdere diritti" sottolinea il legale che spiega come l’attuale ‘assetto’ normativo mai sia stato digerito dai padri separati. "Nell’era Berlusconi partì il primo tentativo di sovvertire questo sistema con l’introduzione, della legge sull’affido condiviso. Grazie alle battaglie delle associazioni di avvocatesse del diritto di famiglia era stato introdotto l’affido con un’accezione diversa e il concetto di ‘collocamento’: i bambini non venivano ‘divisi a metà’, restavano nella casa familiare ma le decisioni più importanti sui minori devono essere prese di comune accordo dai genitori. Nel 2018 – continua – ci ha riprovato Pillon ma il Ddl non è passato. Nel 2025, oggi, è di nuovo in discussione in Senato un nuovo Ddl uguale che vuole introdurre ex novo il collocamento para temporale. In sostanza, i minori vivranno per lo stesso tempo con il papà e con la mamma e le criticità sono tante: se viene meno il collocamento prevalente, viene meno il diritto per il genitore che sta più tempo con il figlio di continuare ad abitare nella casa familiare e scompare anche l’assegno di contributo al mantenimento ordinario dei figli. Qual è la donna oggi in grado di separarsi ed essere economicamente indipendente tanto da poter continuare a mantenere se stessa e il figlio? Ce lo dice l’Istat che le donne percepiscono uno stipendio inferiore e spesso per crescere i figli passano dal tempo pieno al part time e rinunciano alla carriera. Aumenterà la conflittualità e diminuirà la libertà soprattutto delle donne di poter decidere di separarsi".

Valentina Reggiani