Omicidio Modena, "Denunciato un solo episodio di minacce"

Il procuratore Musti: "Atto prontamente letto dal pm e destinato al giudice di pace". Il gip convalida il fermo di Khalil Laamane, resta in carcere

Il procuratore capo Lucia Musti

Il procuratore capo Lucia Musti

Modena, 9 febbraioo 2019 - In Procura lo scorso 21 gennaio, è stata depositata una denuncia/querela dove si ipotizzavano i reati di ingiuria, minaccia e diffamazione. Minaccia ‘semplice’, non aggravata dunque, e per un singolo episodio.

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Nell’atto non c’era nulla che lasciasse presagire scenari più gravi (VIDEO), quali, ad esempio, quello dello stalking. È questo il cardine dell’intervento del procuratore capo Lucia Musti in merito alla notizia pubblicata ieri della presentazione da parte degli avvocati della 37enne Ghizlan El Hadraoui di una denuncia contro Khalil Laamane, il 49enne fermato per l’omicidio della donna, avvenuto mercoledì. Prima di riportare le parole del procuratore capo, una breve spiegazione: la denuncia, sostiene Musti, non riportava dunque scenari tali da poter dare il la a misure di qualunque tipo nei confronti del 49enne. Non si poteva allontanarlo dalla donna, oppure decidere anche interventi più netti. Perché? Perché una denuncia per minaccia, come prevede il codice, è di competenza del giudice di pace. «Nel ribadirsi che non risultano registrate denunce/querele che – le parole del procuratore – vedono come persona offesa Ghizlan El Hadraoui, dalla ricerca disposta tra le numerosissime notizie di reato pervenute in procura, è stata rinvenuta la denuncia/querela riportata nell’articolo – quello pubblicato sul Carlino di ieri, ndr –, depositata il 21 gennaio, per i reati di ingiuria, minaccia e diffamazione, (così individuati in denuncia/querela), reati di competenza del giudice di pace».

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La denuncia/querela, continua il procuratore, «è stata prontamente letta dal pm il quale ha correttamente ravvisato il solo delitto di minaccia, in quanto il delitto di ingiuria è stato abrogato ed il delitto di diffamazione era insussistente per mancanza di percezione delle offese da parte di terzi siccome profferite per lo più in lingua araba. La denuncia/querela ha riportato pertanto un solo episodio verificatosi dinanzi alla scuola di un figlio della coppia. Il singolo episodio di minaccia non è idoneo ad integrare lo stalking, che richiede – ai fini della configurabilità – la reiterazione di condotte moleste ed il verificarsi di un evento di danno quale la modificazione/alterazione delle proprie abitudini di vita o un perdurante e grave stato di ansia e di paura o un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto. Nessuno di tali elementi costituivi era possibile ravvisare dalla lettura tempestiva della denuncia/querela depositata in procura. È stata prontamente disposta, all’esito della lettura, la registrazione nel registro informatico, registrazione che presenta ritardi a causa di carenza del personale preposto. Evidenzio che la procura di Modena tratta con priorità, in ossequio al dettato della legge e delle circolari del Csm, i più gravi reati di stalking e di maltrattamenti in famiglia, richiedendo altresì – conclude Musti – le misure cautelari applicabili».

Intanto il giudice per le indagini preliminari Paola Lo Savio ha convalidato il fermo in carcere nei confronti di Khalil Laamane, il 49enne operaio metalmeccanico indagato per omicidio volontario pluriaggravato in relazione alla morte della ex moglie Ghizlan El Hadraoui, accoltellata e bruciata all'interno della sua auto ritrovata in via Cavazza, ai piedi dell'inceneritore. L'udienza di convalida si è era svolta nel pomeriggio di ieri, successivamente, dopo la riserva, questa mattina la decisione del giudice, che ha ritenuto sufficienti gli elementi raccolti dal pm Luca Guerzoni, che ha coordinato le indagini affidate alla squadra mobile della polizia di Stato.