Carpi, soffoca il figlio disabile e si uccide

Gli uomini di 68 e 37 anni sono stati trovati senza vita nell'abitazione di via Longhena. A dare l'allarme la moglie dell'uomo

Carpi, il luogo della tragedia

Carpi, il luogo della tragedia

Carpi (Modena), 14 maggio 2020 - Tragedia stamattina in una villetta di via Longhena a Carpi. All’interno dell’abitazione sono stati trovati i corpi senza vita di padre e figlio, l’uomo 68 anni il giovane 37. Sul posto si sono subito recati i carabinieri di Carpi insieme al comandante Alessandro Iacovelli.

È stata la moglie dell’uomo, rientrata a casa dopo aver fatto la spesa, a fare la terribile scoperta. Pare che sia stato il 68enne a soffocare il figlio disabile con un sacchetto di plastica in testa, per poi togliersi a sua volta la vita.

Sul posto oltre ai sanitari del 118 anche i vigili del fuoco: la casa risultava infatti chiusa dall’interno.

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Il sindaco di Carpi: Quella famiglia non è stata lasciata sola"

"Quella che è accaduta stamattina in via Longhena è una vicenda tragica, che sta scuotendo tutti i carpigiani, tutta la città: ovviamente anche il sottoscritto. Il mio primo pensiero va a quella donna, mamma e moglie, che si ritrova oggi in una condizione drammatica e incomprensibile. Faccio un appello a tutti a essere cauti nel giudizio, perché non è il momento di precipitose frasi fatte e della ricerca per forza di un colpevole nella vicenda", così il sindaco di Carpi Alberto Bellelli.

Come emerge da una prima verifica dei servizi sociali in Comune, il ragazzo frequentava un centro diurno per disabili. "Come tutti i ragazzi che hanno vissuto in questi giorni la chiusura di quei centri diurni - continua il sindaco nel suo messaggio - lui e la sua famiglia sono stati raggiunti dalle telefonate che periodicamente facciamo per sapere qual è la situazione, se si riscontrano particolari difficoltà". 

Nell'ultima telefonata, risalente alla settimana scorsa, secondo le informazioni riportate dalla famiglia era tutto a posto, andava tutto bene: "Non venivano rilevate cose particolari, anzi la famiglia - ripercorre Bellelli- chiedendo quando sarebbero potuti accedere al servizio del centro diurno, si preoccupava della salute del figlio dicendo che avrebbero preso la cosa con estrema cautela, data la fragile condizione sanitaria del ragazzo in un momento così delicato".

Quindi, precisa il sindaco, "né le istituzioni né il gestore di quel servizio hanno mai lasciato sola quella famiglia. Ma questo ovviamente non consola, non consola perché dietro a un fatto come questo risalgono tantissime motivazioni e soltanto una parte di queste può essere anche solo lontanamente comprensibile dai più".

Posto che "questo è il momento del rispetto, del cordoglio", questa volta "la famiglia non era stata lasciata sola, però quella famiglia stava probabilmente vivendo qualcosa che nessuno è riuscito a capire. Da questo punto di vista il mio appello è alla riflessione, alla comprensione, a non lasciarsi andare a giudizi che risulterebbero fuori luogo".