Paola Landini scomparsa, il compagno Roberto Brogli: "Io non c’entro nulla"

L'uomo è direttore del tiro a segno vicino al quale sono state trovate le ossa e le pistole. "Rivoglio la mia vita e che qualcuno mi chieda scusa"

Paola Landini e Roberto Brogli

Paola Landini e Roberto Brogli

di Gianpaolo Annese Sassuolo (Modena), 11 maggio 2021 - "Io vorrei che dopo tutti questi anni mi venisse restituita la mia vita e qualcuno che ha dubitato di me mi chiedesse scusa". Sono ore complicate per Roberto Brogli, 67 anni, il compagno di Paola Landini, la 44enne scomparsa nel 2012 dal Tiro a segno di cui Brogli è direttore. È in attesa di conoscere se le spoglie ritrovate, e le armi, appartengono alla donna. Con Paola si sono conosciuti nell’autunno 2011.

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Brogli, come sta vivendo queste ore? "Male. Sono in contatto con le forze dell’ordine che mi hanno detto che quando sarà il momento sarò informato su tutto".

Lei dice spesso: ‘Quel giorno ho chiesto aiuto, mi sono ritrovato circondato dal sospetto’. "Ci sono rimasto malissimo quando l’ho capito. Gli inquirenti mi hanno spiegato che nel 58 per cento dei casi queste donne sono vittime di un familiare. Ho fatto presente loro che io sono un essere umano, non una statistica. Invece di concentrare le ricerche dove dicevo io, anche solo perché avrebbe potuto avere un incidente, un malore, hanno fatto di tutto per cercare un colpevole, un mostro da sbattere in prima pagina".

Di fatto però non è mai stato indagato. "E di questo devo ringraziare i magistrati, hanno dimostrato intelligenza e capacità. Io dal canto mio mi sono messo a loro completa disposizione: ho consegnato computer, chiavi di casa, ho aperto cassetti".

Il ritrovamento vicino al Poligono di quei resti non potrebbe richiamarla in causa? "Beh, avrei dovuto essere proprio un deficiente a fare una cosa del genere e abbandonare tutto, pistole incluse, a 200 metri di distanza dal tiro a segno".

Cosa pensa possa essere successo a Paola? "Non ne ho la più pallida idea".

Come è cambiata la sua vita in questi 9 anni? "Ho sofferto molto. Oltre ad aver perso Paola, mi hanno tolto le armi e soprattutto la licenza che mi permetteva di girare il mondo per la mia attività di perito balistico".

I suoi familiari hanno cambiato atteggiamento nei suoi confronti? "No anzi, dal punto di vista umano i parenti di Paola, la mamma, la sorella, il figlio, così come i miei amici, mi sono sempre rimasti vicino perché sapevano che io non avevo fatto nulla di male".

Com’erano i suoi rapporti con Paola prima della scomparsa? Si parlava di un litigio. "Io questo litigio non me lo ricordo".

È stato scoperto un altro telefonino che lei usava per parlare con altre persone. "Non ne conoscevo l’esistenza, d’altronde uno è libero di avere quanti telefonini vuole".

Lei ha mai provato gelosia per Paola? "Capisco che c’era una certa differenza di età, io avevo 58 anni. Ma a quell’età si intraprende un rapporto non come quando si hanno 20 anni, ma per invecchiare insieme".

Cosa ricorda della mattina della scomparsa? "Ci siamo salutati con un bacio, come ogni mattina, e io sono andato al mio lavoro in Hera, lei ha fatto delle commissioni".

È normale che sia venuta al Poligono nel giorno di chiusura? "Aveva libero accesso, da quando eravamo insieme dava una mano a tenere in ordine la struttura".

Come mai le telecamere non funzionavano? "Allora non c’erano ancora le telecamere. Le abbiamo messe dopo".

Dalla vostra casa sono sparite due pistole. Le ha prese Paola? "Direi di sì, l’armadio dov’erano custodite chiuse a chiave non mostrava segni di effrazione".

Perché le ha prese? "Non lo so, lei aveva paura di una vecchia storia per cui c’era una denuncia per stalking. Cercava protezione, evidentemente non sono stato in grado di darla".

Le custodivate in comune, ma non ha preso le proprie. "Probabilmente perché quelle due erano più piccole, più facilmente occultabili addosso"

Dal computer della sua compagna sono sparite anche alcune foto. Chi le ha cancellate? "Lo ha fatto lei, ma io l’ho saputo solo dopo. Non guardavo nel suo computer".

Cosa chiede adesso, Brogli? "Vorrei che si andasse avanti con le indagini per capire cosa e successo poi mi piacerebbe che chi ha dubitato di me mi chiedesse scusa e mi restituisse quello che mi è stato tolto: le licenze soprattutto. Questi anni vissuti con tanta sofferenza invece temo non potrà restituirmeli nessuno".