VINCENZO MALARA
Cronaca

A caccia di Pokèmon al parco XXII aprile: scontro con gli spacciatori

I ragazzi: «Pensano che siamo lì per la droga»

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Modena, 30 luglio 2016 - La Pokèmon Go mania non è più una novità. Anche a Modena il gioco per smartphone sta spopolando con schiere di ragazzi, ma non solo, che dal mattino alla sera camminano per la città con il cellulare rivolto al cielo, in una sorta di rito collettivo. L’obiettivo? Catturare più animaletti possibili (ognuno ha un punteggio) sfruttando il Gps e la fotocamera. Pikachu e soci sono ormai dappertutto: dal centro alla periferia, dai monumenti alle chiese, compresi luoghi discutibili come cimiteri e corsie di ospedale.

Ma non mancano zone ‘calde’ come gli angoli dello spaccio, tra cui il celeberrimo parco XXII Aprile, a due passi dall’altrettanto famigerato complesso R-Nord. Qui a ogni ora del giorno, nonostante i costanti controlli della municipale, un gruppo di nigeriani presidia con dedizione impeccabile l’area. L’impressione è quella di un esercito: due africani all’altezza della rotatoria di via Canaletto, un altro all’imbocco di viale Gramsci, una presenza fissa all’Unicredit e infine i ‘titolari’ addetti alla vendita ai margini del parco. Proprio il XXII Aprile si sta rivelando un rifugio ricco di Pokemon, alcuni rarissimi, capaci di attirare decine e decine di giocatori di ogni età, minorenni compresi, che si trovano a esplorare la zona in mano agli spacciatori.

«Due giorni fa – racconta un residente di viale Gramsci che preferisce restare anonimo – ho approfittato di un pomeriggio libero per svagarmi a Pokèmon e al contempo portare in giro il mio cane. Dalla mappa sul cellulare ho scoperto un paio di esemplari da catturare al XXII Aprile. Tempo due minuti e sono stato letteralmente circondato da due giovani di colore che pensavano fossi un cliente. Gli ho spiegato non mi interessava, ma ugualmente hanno insistito proponendomi droghe di ogni tipo. Poco dopo – prosegue - ho visto che capitava la stessa cosa a tre ragazzi che attraversavano il parco in bicicletta con gli smartphone in mano. I pusher li hanno raggiunti e questi sono fuggiti spaventati.

E’ assurdo che nemmeno durante il giorno possiamo goderci il quartiere in santa pace». La paradossale concorrenza tra Pokèmon e spacciatori riaccende così i riflettori su un pezzo di Modena che da anni è una piccola Amsterdam con i suoi confini e le sue regole. Ignari tanti giovani che arrivano al parco per intrattenersi con Pokèmon Go, ma che invece si ritrovano immersi in un mercato della droga a cielo aperto. E scaricando l’app Poke Radar si scopre che al XXII aprile si nascondono sia creature comuni come Rattata e Charmander ma anche più rare come Fearow e Golem. Inutile dire che per tutta l’estate i giocatori invaderanno il territorio in mano ai pusher. Una concorrenza tra videogame e illegalità che mai come in questo caso riduce al minimo il confine tra mondo virtuale e realtà.