Restò in coma 17 giorni. I due aggressori condannati a 4 anni: "Non fu tentato omicidio"

Picchiato fuori dalla discoteca di Castellarano, reato derubricato in ’lesioni’. Il pm aveva chiesto una pena di 16 e 9 anni per la violenza su Checchia. Alla vittima 40mila euro di provvisionale e risarcimento in sede civile.

Un sasso scagliato che colpì il cranio di un giovane, un pugno, la caduta a terra esanime.

Poi diciassette giorni trascorsi in coma, all’ospedale.

Giuseppe Checchia, modenese oggi 21enne, porta ancora visibile sulla testa la cicatrice dell’operazione chirurgica d’urgenza che gli salvò la vita.

Coloro che lo aggredirono, due giovani, all’uscita dalla discoteca ‘Rockville’ di Castellarano nella notte del 9 ottobre 2022, dovevano rispondere di tentato omicidio pluriaggravato.

Un’accusa per la quale il pubblico ministero Maria Rita Pantani, all’esito del rito abbreviato, aveva chiesto pene severe, già comprensive dello sconto di un terzo: sedici anni per Daniele Eugenio Vernucci, ventiduenne di Sassuolo, e nove anni per Kevin Coppolecchia, diciannovenne di Castellarano.

Non era in discussione la responsabilità dei fatti: già durante l’interrogatorio di garanzia Vernucci ammise il lancio della pietra e Coppolecchia il pugno. Le parti si sono invece date battaglia sulla ricostruzione e sulle circostanze che accompagnarono i fatti.

Ieri mattina il collegio dei giudici, presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, ha accolto le richieste avanzate dalla difesa, affidata agli avvocati Roberto Ghini, Valentina Schenetti e Roberta Pasquesi: ha riqualificato l’accusa in lesioni gravi, depennato le aggravanti e pure la recidiva reiterata contestata a Vernucci (per una rapina e reati contro il patrimonio), e ha dato a entrambi 4 anni di condanna, senza attenuanti generiche.

Dunque niente futili motivi, come sosteneva il pubblico ministero.

Checchia sarebbe stato colpito perché aveva cercato di fare da paciere tra i contendenti dentro il locale.

E niente minorata difesa perché, secondo il pubblico ministero, fu accerchiato e preso a calci dopo che era caduto a terra, inerme.

I due imputati si trovano sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari; per Vernucci con l’aggiunta del braccialetto elettronico.

I due imputati, ieri presenti in aula, sono apparsi visibilmente felici e hanno abbracciato i genitori e i loro legali.

Se la difesa decidesse di rinunciare al ricorso in Appello – possibilità che sarà valutata – in base alla riforma Cartabia sarebbe scontato un sesto della pena, che dunque passerebbe a 3 anni e 2 mesi (togliendo 8 mesi). Non c’era Checchia, presente invece nella scorsa udienza, costituito parte civile attraverso gli avvocati Marco Augusto Pellegrini e Cosimo Zaccaria: "È rimasto soddisfatto per la sentenza – dichiara Pellegrini – . Ha ancora qualche problema di salute, ma si è ripreso: ha atteso il verdetto con tranquillità. Da parte sua non vi è mai stata una richiesta di pena esemplare o spirito di vendetta. Parliamo di un fatto avvenuto tra ragazzi: speriamo che serva per una crescita personale".

Al giovane è stata riconosciuta una provvisionale di 40mila euro (a fronte di una richiesta di 100mila) e il risarcimento danni in sede civile.

Secondo il pm Pantani, i due imputati volevano uccidere: per loro si profila con probabilità un secondo grado di giudizio.

"Vernucci avvicinò Checchia impugnando una pietra raccolta prima dal suolo e la scagliò contro il sul cranio. Coppolecchia gli diede un pugno violentissimo: vide l’altro arrivare con un sasso enorme e, una volta che il giovane si accasciò al suolo pieno di sangue, non fece nulla e gli diede calci".

"Una teste ha poi confermato come i due si accanissero su Checchia mentre era a terra".

Tutto accadde dopo una lite dentro la discoteca, dove Checchia non era neppure uno dei contendenti: lui cercò solo di fare da paciere". Una ricostruzione che la difesa ha contestato, proponendone una alternativa, per poi chiedere la riqualificazione del reato in lesioni e insussistenza delle aggravanti, domande accolte ieri dal tribunale.