«Risse e ubriachi sotto le nostre finestre»

Migration

E’ ORMAI un vero e proprio derby tra negozi etnici in viale Gramsci. La ‘sfida’ a chi crea più disagi ai residenti, se la giocano le attività al civico 327 e 231. Entrambi gli esercizi, infatti, sono protagonisti di un’estate caldissima, tra bivacchi, ubriachi a tutte le ore e somministrazione – non è più un mistero – di alcolici senza nessuna autorizzazione. E ora ci si mettono anche le risse in pieno giorno, riprese puntualmente col cellulare dai residenti dai balconi delle palazzine sovrastanti.

L’ULTIMA in ordine di tempo risale a circa una settimana fa nel tardo pomeriggio proprio davanti all’etnico di viale Gramsci 231, reduce da una chiusura di dieci giorni ordinata a luglio dalla questura per l’individuazione all’interno di alcuni pregiudicati (l’episodio è oggetto pure di un’interrogazione firmata dal consigliere del Pd, Antonio Carpentieri). Le serrande abbassate, però, sembrano essere servite a poco e il quadro è tornato problematico, come testimoniano le immagini pubblicate sui social. La clip riprende dall’alto un battibecco pesante, con tanto di schiamazzi e minacce a voce alta, tra due gruppi di stranieri lungo la strada. Non è chiaro quale sia il motivo dello scontro, ma la scena prosegue per parecchi minuti con le rispettive fazioni incuranti di arrecare disturbo ai residenti. Fortunatamente la tensione non degenera, anche grazie all’intervento di altri clienti che provano a riportare la calma, allontanando i soggetti più nervosi.

«Purtroppo qui è sempre così – fanno sapere dal comitato di Viale Gramsci – Domenica sono arrivate due pattuglie della polizia che hanno innescato il solito fuggi fuggi generale. Gli agenti hanno identificato gli individui rimasti fuori dal negozio poi sono andati via. Tempo un’ora e davanti all’attività in questione c’era un uomo disteso a terra ubriaco».

LE SEGNALAZIONI dei residenti, insomma, continuano senza sosta, ma pare non bastare. «Prima a creare i problemi maggiori era l’etnico al civico 327 per cui abbiamo fatto denunce ed esposti, ora da qualche mese si è aggiunto il negozio al 231. L’altro giorno alle 19 – sottolinea sempre il comitato – c’erano una ventina di persone all’ingresso, di cui la metà con la birra in mano, e uno straniero cappottato letteralmente a terra esanime, probabilmente sotto effetto di alcol. Come cittadini non ci capacitiamo di quello che sta accadendo. In quattro anni e mezzo che alziamo la voce – prosegue il comitato – abbiamo notato sì più controlli, ma i provvedimenti sono stati troppo pochi e non capiamo il perché. Tutti sanno che dentro le due attività si beve e si fa rosticceria in barba alle regole, oltretutto in condizioni igieniche discutibili». E sempre in tema di negozi etnici, mercoledì scorso la polizia e la guardia di finanza hanno effettuato una serie di controlli nelle realtà più discusse (e oggetto di provvedimenti di chiusura nel recente passato) per verificare il rispetto delle regole e l’eventuale presenza di personaggi noti alle forze dell’ordine. In particolare, gli agenti si sono concentrati sui negozi in viale Gramsci e via Piave.