San Benedetto diventa un giallo: rubati documenti al prete rimosso

Don Dariusz Mikoda ha denunciato la sparizione di carte e fatture contenute nel suo armadietto, forzato. L’avvocato Perghem: "Di solito si fa razzia di calici o oggetti preziosi: episodio che ci lascia esterrefatti"

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Non accenna a placarsi la burrasca che ha investito la parrocchia di San Benedetto Abate di piazzetta Dossetti, una delle più vitali e radicate della città. Dopo accuse incrociate e incontrollate che si rincorrono ormai da un mese, nei giorni scorsi il giallo sulla sospensione dei due storici sacerdoti della parrocchia si è arricchito di un nuovo colpo di scena: un furto di documenti all’interno della chiesa.

Un mese fa i due parroci, don Giovanni Braglia e don Dariusz Mikoda, sono stati sospesi dalla curia. Dietro il provvedimento, pare ci siano dissidi legati alla gestione economica della parrocchia, una realtà ’complessa’ che comprende anche una scuola dell’infanzia e una casa di accoglienza per anziani. Il ’benservito’ ai due don ha fatto arrabbiare molti parrocchiani e, in piazzetta Dossetti, il clima nelle ultime settimane si è fatto pesante. La porta della chiesa è stata chiusa con un lucchetto, ci sono stati sit-in e le voci su quanto accaduto e le ’colpe’ degli uni o degli altri si sono accumulate in modo incontrollato. C’è chi, addirittura, ha ’suggerito’ che i due parroci abbiano sperperato i soldi al casinò, accusa smentita in modo categorico dall’avvocato che li difende. E ieri, a questo quadro si è aggiunta un’altra pennellata, il tocco di giallo che mancava. Don Dariusz Mikoda, infatti, si è recato dai carabinieri a denunciare un furto, che dice di aver subito, con ogni probabilità, nella notte tra domenica e lunedì. Il sacerdote ha raccontato di aver trovato nel corridoio che ospita gli uffici parrocchiali, intorno alle 9 di mattina, due armadietti forzati: erano chiusi con catene e lucchetti. I misteriosi ladri hanno portato via dei documenti (personali, apparentemente slegati dunque dalla gestione della parrocchia) e alcune fatture. Don Dariusz ha raccontato che proprio il giorno precedente, domenica, in parrocchia si erano resi conto di una ’avaria’ del sistema di videosorveglianza esterno, ma non avevano dato peso alla cosa, anche in considerazione del fatto che, nel giorno festivo, sarebbe stato difficile reperire un tecnico. A quanto pare, però, i ladri erano bene informati: avrebbero infatti approfittato di questo ’blackout’.

"L’accaduto ci lascia veramente esterrefatti – commenta l’avvocato dei due sacerdoti Roberto Perghem – perché normalmente si può temere un furto di pianete (i paramenti liturgici, ndr), calici o altre cose preziose contenute nella sacrestia, o addirittura un furto sacrilego di ostie consacrate, ma il fatto che vengano addirittura divelti lucchetti e catene che chiudono armadietti dove erano contenuti effetti personali, carte e documenti di don Dariusz lascia senza parole. E ancora – continua il legale –: il fatto che il giorno prima siano state disconnesse tutte le telecamere di videosorveglianza esterna non permette di vedere chi poteva entrare e uscire da questo corridoio di accesso agli uffici parrocchiali. Anche di questo ci diciamo esterrefatti".

Valentina Reggiani

Davide Miserendino