Sanità, il payback diventa legge ’Trema’ tutto il settore Biomedicale

Fondo statale dimezza gli importi da restituire a patto che le imprese ritirino i ricorsi. Cna: "Scandaloso"

Sanità, il payback diventa legge  ’Trema’ tutto il settore Biomedicale

Sanità, il payback diventa legge ’Trema’ tutto il settore Biomedicale

La tenuta del distretto biomedicale e le forniture agli ospedali pubblici minacciati per Confindustria e Cna dalla decisione di approvare in via definitiva in Senato il decreto-legge del 30 marzo 2023 n.34, contenente la contestata misura del payback sanitario sui dispositivi medici. Il meccanismo, previsto da una legge del 2015, mai applicata prima, introduceva un tetto alla spesa nazionale e regionale per acquisti di beni e servizi in ambito sanitario, in particolare per i dispositivi medici, chiamando a concorrere al ripiano dell’eventuale superamento del tetto le imprese fornitrici, in misura pari all’incidenza percentuale del proprio fatturato sul totale della spesa a carico del Servizio Sanitario regionale.

Oggi, dopo una serie di rinvii, la rivalsa sulle imprese riscoperta a fine luglio 2022 dal governo è diventata legge con la novità dell’istituzione di un fondo statale ad hoc di circa 1,1 miliardi di euro, che, in proporzione agli importi spettanti alle Regioni, dimezza gli importi dovuti dalle imprese del settore, a condizione che rinuncino ai ricorsi fatti giungere nel frattempo ai Tar di tutta Italia. "Ricordiamo – fa sapere Valter Caiumi, presidente Confindustria Emilia – che per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 il saldo originario per il ripiano da parte delle imprese della nostra regione ammonta a più di 170 milioni di euro. Alcune nostre imprese si trovano nella condizione di dover versare importi superiori al milione di euro.

E l’intervento non affronta il tema del payback per il periodo 2019-2020, né interviene in modo strutturale per gli anni successivi al 2022. Non possiamo che ribadire come, pur nella consapevolezza che la gestione della sanità è un tema complesso e oneroso per consentire un’accessibilità a tutti, il prezzo di questo sistema non può essere scaricato sul mondo dell’impresa privata. Il payback rappresenta un’anomalia e chiediamo con forza che venga abolito. Qualora non venisse abolito, è logico pensare che il libero mercato si organizzerà di conseguenza: aspettiamoci dunque rincari e la presa di consapevolezza di una maggior necessità di fare gruppo nelle politiche di acquisto". Reazione altrettanto allarmata da Cna che definisce "scandaloso – fa sapere Cesare Galavotti, presidente della Cna Area Nord – che l’erogazione di questi contributi sia vincolata alla rinuncia a qualsiasi tipo di ricorso contro una norma che suona come una sanatoria tombale sopra un sopruso dello Stato. A queste condizioni, chi, in futuro, continuerà a lavorare per la sanità pubblica, sapendo che sui ricavi di oggi grava il rischio di una sorta di sanzione domani? E ciò cosa implicherà per le forniture ai nostri ospedali e per la sopravvivenza di un settore qui fondamentale?".

Alberto Greco