
Medici al lavoro
Sassuolo, 15 settembre 2017 - "Un caso di distocia di spalla, un evento tragico che ci ha profondamente colpito". L’Ausl modenese spiega così la morte di una neonata, la piccola Aurora, spirata durante il parto mercoledì sera nell’ospedale di Sassuolo. «La testa era già uscita e la bimba è rimasta bloccata con una spalla durante l’espulsione – ha spiegato ieri la dottoressa Maria Cristina Galassi, responsabile nella struttura dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia –: abbiamo tentato le manovre più avanzate previste in questi casi drammatici, ma non siamo riusciti a salvarla e in pochi minuti è morta per asfissia. Siamo formati per questo tipo di emergenza, che è sempre una delle nostre maggiori preoccupazioni. Molto spesso infatti la distocia, che ha un’incidenza sui parti dello 0,2%, non dà avvisaglie: si presenta e basta. È imprevedibile, soprattutto in assenza di fattori di rischio che compaiono solo nel 20% dei casi: obesità ed età avanzata della madre, un travaglio molto lungo, un feto di grosse dimensioni. E stavolta nessuno di questi fattori era presente. Il cesareo ovviamente non si poteva fare a quel punto, perché la testa della neonata era già fuori».
Ma se per l’Ausl e la responsabile del reparto si è trattato di una tragica fatalità, i familiari della vittima offrono invece un’altra versione dei fatti. Ed è il nonno materno della piccola, furioso, a sfogarsi anche per conto dei genitori di Aurora. «Abbiamo già presentato denuncia ai carabinieri – racconta Francesco Cassano – e ci rivolgeremo subito a un avvocato penalista. Non per la mia nipotina, che ormai se n’è andata, ma perché qui certe cose non devono più accadere a nessuno.
Con mia figlia Giovanna, che ha 22 anni, ci siamo presentati in ospedale già domenica: aveva dei dolori fortissimi e loro ci hanno rimandati a casa. Siamo tornati lunedì: stessa risposta. E martedì, quando si sono rotte le acque, si vedeva bene che mia figlia stava soffrendo troppo, ma dopo oltre 24 ore di travaglio nessuno aveva ancora mosso un dito, nonostante noi pregassimo i medici di farle il cesareo. Evidentemente la bambina aveva dei problemi ad uscire in modo naturale, ma loro ci hanno sempre risposto che sapevano loro cosa fare».
«Durante il parto, mercoledì sera, ogni tanto usciva una dottoressa – continua il nonno – e diceva sempre: ‘Tutto bene, la piccola è forte come un toro’. Poi alla fine la frase, dal nulla, è diventata: ‘La bimba è morta’. Così, con una freddezza che non scorderò mai». «Non si lavora così – conclude Cassano –, vogliamo vederci chiaro e capire se qualcuno ha sbagliato. Intanto Giovanna è a pezzi: fisicamente sta bene, rigraziando il cielo, ma le servirà uno psicologo. E chissà se riuscirà mai a superare davvero questa storiaccia...».