
di Alberto Greco
Uno studio internazionale di ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia apre la strada a nuove prospettive terapeutiche e vaccinali per combattere e contrastare Sars-Cov-2. I professori Andrea Cossarizza, Cristina Mussini, ordinario di Malattie infettive, il collega Giovanni Guaraldi ed il professor Massimo Girardis, direttore della Struttura complessa di Anestesia 1 del Policlinico di Modena, insieme ai ricercatori Sara De Biasi e Lara Gibellini, sono giunti alla identificazione e descrizione delle caratteristiche di alcune regioni del Sars-CoV-2, ovvero chiarisce Cossarizza "quella del precursore della proteina Spike Sars-Cov-2 e di altre proteine virali, usate dal virus prima per infettare le cellule bersaglio del polmone, e quindi per replicarsi. Le porzioni che abbiamo identificato, una volta riconosciute dal sistema immunitario, possono venire attaccate dai linfociti T citotossici, deputate ad agire in prima linea in ogni infezione virale di una certa entità, che quindi eliminano le cellule infette, bloccandone la produzione e inibendo l’attività del virus prima che venga formata la proteina Spike, cioè prima che il virus inizi a replicarsi".
Il lavoro, portato avanti in collaborazione con il Cancer Center di Amsterdam, dove operano i professori Pia Kvistborg, Ton Schumacher e Anastasia Gangaev, ha dimostrato che la risposta immunitaria dei pazienti con Covid-19 non solo è diretta contro la ben nota proteina Spike, ma anche contro regioni del complesso Orf1ab, cioè contro quello che è il precursore di tutte le proteine del virus.
"Il nostro lavoro è iniziato oltre un anno fa, in aprile, tra molte difficoltà logistiche e tecniche" afferma Cossarizza "ma siamo riusciti ad utilizzare tecniche estremamente complesse, quali la citometria policromatica e il sequenziamento dell’mRNA a livello di singola cellula, e ad analizzare i dati con potenti mezzi bioinformatici. Vorrei ricordare che i nostri esperimenti, che hanno portato alla proficua collaborazione con i colleghi olandesi, sono stati possibili grazie alla generosità di alcune aziende quali Glem Gas, Gruppo Bper, SanFelice 1893 Banca Popolare, Cofim, Assicuratrice Milanese, i club Rotary del Distretto 2072, Pierangelo Bertoli Fans club e decine e decine di persone, che ringraziamo di cuore". Per il suo interesse lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero della prestigiosa rivista Nature Communications.
Questo lavoro apre evidentemente la strada alla possibile produzione di vaccini di nuova generazione che potrebbero risultare molto più efficaci perché si rivolgono - diciamo – al precursore della proteina Spike Sars-Cov-2 prevenendo anche la formazione delle sue varianti, e si potrebbero basare non solo sulla produzione di anticorpi, ma anche di cellule citotossiche.
"Immagino che ora qualcuno disegni un vaccino utilizzando questa strategia, semmai unita a quella basata sulla proteina Spike. Avere più bersagli virali aumenta le armi immunologiche contro Sars-Cov-2. I nostri risultati" conclude Cossarizza "inclusi quelli non descritti nel lavoro ma presenti in rete, sono disponibili per tutti quelli che li vogliono sfruttare a questo scopo". Lo studio verrà discusso in un webinar giovedì prossimo per la rivista Nature, una delle più autorevoli a livello scientifico.