
Aveva donato buona parte dei suoi ‘averi’ ad uno soltanto dei nipoti: ovvero colui che si era sempre occupato di lei, la sua anziana zia. Gli altri nipoti, però, ritenendosi ‘depredati’ dell’eredità, ovvero sostenendo che l’uomo avesse ottenuto una cospicua anticipazione sull’eredità, lo avevano denunciato per circonvenzione di incapace. Secondo i parenti, in sostanza, l’imputato, un 60enne carpigiano si era approfittato della fragilità dell’anziana, all’epoca dei fatti 85enne, per farsi via via donare dalla zia ingenti somme di denaro per un totale di circa 300mila euro. Ieri l’uomo, difeso dall’avvocato Antonio Grillenzoni, al termine di un lungo processo è stato assolto. Nel frattempo l’anziana zia, che all’epoca dei fatti aveva 85 anni, è deceduta. I fatti risalgono al 2014 quando appunto gli altri nipoti della donna – che non aveva figli – avevano denunciato il ‘preferito’ della donna per il reato di circonvenzione di incapace. Dagli accertamenti era poi emerso come l’anziana avesse effettuato sette, otto donazioni all’imputato per un totale di circa 300mila euro. Il carpigiano aveva sempre sostenuto di non aver circuito la zia, affermando che si trattava di donazioni spontanee da parte di una donna che, nonostante l’età, sapeva bene cosa voleva. Nel frattempo, però, i nipoti hanno rinunciato ad un ruolo attivo nel processo, trovando un accordo transativo con l’imputato. Ieri il giudice ha quindi assolto il 60enne a seguito di una testimonianza risultata fondamentale nel processo: il medico di base dell’85enne, testimone ‘imparziale’ infatti, ha sottolineato come l’anziana fosse rimasta ‘lucida’ fino alla fine.