REDAZIONE MODENA

"Sistema affidi, sentire le vittime di ’Veleno’"

L’onorevole Ascari (M5s) propone un’audizione in commissione d’inchiesta: "Riformulare la legge con un contraddittorio per i genitori"

Le indagini sul sistema ‘malato’ degli affidi pilotati, ormai noto come ’sistema Bibbiano’ si erano allargate anche a Modena. Al centro dell’inchiesta era finito il caso di una bambina gestita dai servizi sociali del Comune dopo che l’Amministrazione aveva incaricato della psicoterapia per la minore una professionista del centro Hansel&Gretel. A seguito delle necessarie verifiche, però, il caso è stato archiviato dalla Procura di Modena che aveva ricevuto la segnalazione da quella Reggiana. A darne notizia ieri mattina il sostituto procuratore di Reggio Emilia Valentina Salvi, sentito in audizione dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori.

Salvi, infatti, è il pm che ha ’scoperchiato’ il presunto sistema Bibbiano e che ha portato alla recente condanna a quattro anni del noto psicoterapeuta Claudio Foti e al rinvio a giudizio di 17 imputati. Salvi ieri mattina ha confermato come le indagini della Procura sui presunti affidi illeciti di minori in val d’Enza si siano ad un tratto concentrate anche su Modena ma la pista si sarebbe rivelata ‘una strada senza sbocchi’. "Avevamo avviato un procedimento per una minore che era gestita dal Comune – ha spiegato Salvi - abbiamo iniziato le indagini perché pensavamo si trattasse dello stesso sistema che stavamo analizzando noi. Questo perché, ha precisato il magistrato, il Comune di Modena aveva incaricato del servizio di psicoterapia per la bambina una professionista del centro Hansel&Gretel. Si trattava però di un incarico non a tempo indeterminato e singolo, quindi una situazione molto diversa da quella di Reggio. Per questo abbiamo ritenuto opportuno stralciare questa posizione e inviare gli atti all’autorità modense che, sulla base delle nostre argomentazioni ha archiviato", ha commentato il pm.

La modenese Stefania Ascari (M5s), capogruppo della commissione bicamerale d’inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori ha spiegato come "il magistrato abbia ripercorso l’indagine, sottolineando che le relazioni degli imputati contenevano fonti di prova non attendibili. Ho recentemente chiesto che vengano sentite tutte le vittime di ‘Veleno’ - afferma Ascari - per capire cosa avveniva alla luce del fatto che Davide, il cosiddetto bambino zero ha dichiarato di aver inventato tutto. Quello che è successo non deve ripetersi: occorre far presente che quanto accaduto è la punta di un iceberg perchè il sistema di affidamento minori fa acqua". Ascari rimarca come sia fondamentale intervenire con una legge che riformuli l’articolo 403 del codice civile. "Occorre prevedere un contradditorio che garantisca ai genitori l’opportunità di impugnare il provvedimento; una banca dati anche rispetto alle comunità che ospitano i bambini, per capire come vivono e come sta la famiglia d’origine. Tutto ciò è contenuto nella mia proposta di legge".