Che fine farà l’archivio storico di Sefta, che racconta la storia del trasporto pubblico della città da fine ‘800? Se lo chiede Fabio Casini, appassionato di storia locale, a proposito della ristrutturazione in corso del fabbricato viaggiatori della stazione piccola. "Da vari racconti di chi ha lavorato nella società di trasporti – spiega Casini – ho appreso dell’esistenza di tale raccolta che era posta all’ultimo piano del fabbricato di stazione di piazza Manzoni. Ho fatto varie istanze (una ad esempio all’ufficio centrale Archivi storici della sovrintendenza regionale) per conoscerne la situazione e gli eventuali progetti di valorizzazione, ma non ho ottenuto risposte".
Casini fa quindi un appello, attraverso le pagine del nostro giornale, a chi può intervenire per la preservazione di tale patrimonio e questo non per accontentare lo sfizio di un appassionato, ma per rendere fruibile alla città ed al suo territorio un pezzo di memoria fondamentale". Casini ricorda ancora che Modena è stata fra le prime province ad adottare, agli inizi del Novecento, un moderno servizio pubblico di trasporto su gomma (ad esempio nel 1906, per opera dell’amministrazione provinciale, la linea di corriere Maranello-Pavullo è stata la prima in Italia ad ottenere la regolare concessione ministeriale).
Tra l’altro ha scritto di nuovo alla Soprintendenza: "Gli archivi storici sono tutelati dalla legge". In quell’archivio è infatti custodita gran parte della storia del trasporto pubblico locale "il cui sviluppo ha contribuito a rendere la nostra provincia entro gli standard di benessere attuali. Adesso facciamo fatica a comprendere come questo settore sia stato importante, ma prima il trenino Sefta e poi le corriere hanno portato ad una vera rivoluzione nello stile di vita delle nostre genti in particolare della montagna, la cui popolazione, precedentemente, era relegata all’interno anche di piccole vallate. Faccio appello, a chi può intervenire della politica modenese, affinché si interessi di questo archivio".
Gianpaolo Annese