Superbonus, i materiali sono finiti "Necessaria una proroga al 2024"

Tante richieste ma pochi tecnici. E le pratiche nei Comuni. restano bloccate

Non si trovano più i materiali per coibentare le superfici, sono finiti i pannelli fotovoltaici e le batterie di accumulo. Trovare un termotecnico non oberato di lavoro è una missione impossibile, ma soprattutto non si trovano cappottisti, pavimentisti, intonacatori. E i tempi di attesa per l’accesso agli atti dei Comuni sono molto lunghi. Infatti molti cittadini hanno deciso di riqualificare le proprie case, ma le attese sono davvero troppo lunghe

Di questo passo, "il rischio che, se non ci sara’ una proroga adeguata, il Superbonus 110% si tramuti in un flop è purtroppo concreta: e’ assolutamente indispensabile che questa misura sia prorogata almeno a fine 2023, ma in realtà sarebbe necessario arrivare al 2024 per poter lavorare correttamente ed evitare che troppi progetti restino a meta’ strada".

Lo segnalano in Emilia, nell’area di Modena e Reggio, gli artigiani di Lapam-Confartigianato Costruzioni. Il presidente dell’associazione, Claudio Boccaletti, insieme ai suoi dirigenti parla dunque di "situazione paradossale": le richieste per il Superbonus aumentano, ma il tempo per effettuare l’intervento (il 30 giugno 2022 per arrivare almeno al 60% dei lavori ultimati e comunque non oltre il 31 dicembre 2022) è troppo poco.

"Abbiamo già chiesto una proroga a fine 2023 –continuano gli artigiani Lapam in una nota – e per questo chiediamo una mobilitazione ai parlamentari modenesi e reggiani, perché si facciano portatori di questa richiesta in Parlamento. Se la proroga non sarà concessa saranno in pochi a riuscire a completare in tempo gli interventi, con conseguenze molto difficili anche solo da ipotizzare".

Boccaletti segnala che nelle schede tecniche del ‘Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza’ inviate dal Governo alle commissioni parlamentari si apre ad una proroga al 2023: "Sarebbe già qualcosa ma per rendere il Superbonus effettivamente completo, come detto, sarebbe necessario arrivare al 2024", insiste il presidente di Lampam Costruzioni di Modena-Reggio Emilia, che conclude: "Per ora le difficolta’ maggiori sono legate alla fatica nel produrre la documentazione necessaria per mandare avanti le pratiche, in questo senso incidono purtroppo i lunghi tempi di attesa per l’accesso agli atti in vari Comuni".

Dunque massima urgenza, dice Lapam: del resto, "non c’è in ballo solo il rilancio di un comparto fondamentale, come quello delle costruzioni, ma una qualita’ della vita migliore per tutti".

r.m.