
C’è anche Maria Grazia Modena, docente di Unimore, tra i 26 ricercatori italiani che hanno pubblicato uno studio sull’efficacia dei test-rapidi. A una prima analisi, che andrà confermata al termine dell’analisi dei dati, la ricerca sembra dimostrare una maggiore efficacia dei test che si basano sugli anticorpi IgM o IgG virali effettuati tramite il test immunocromatografico a base di oro-colloidale (Igc), rispetto al test Rt-Pcr in tempo reale.
Il test di riferimento più valido rimane il tampone, ovvero il prelievo naso-faringeo diretto (con rischio anche per gli operatori) che viene esaminato con metodo ’nucleare’ che rileva la presenza di materiale genetico di qualsiasi elemento patogeno, compresi i virus. Tra i test rapidi, quello immunocromatografico a base di oro-colloidale (Igc) è d’uso in molte patologie: si tratta di una striscia all’oro colloidale che sul sangue fornisce in 20 minuti la positività o meno dell’agente per cui è stato predisposto il dosaggio anticorpale. Viene utilizzato, ad esempio, per diagnosi di Aids o epatite C.
"Disporre di un test rapido efficace è fondamentale per la diagnosi precoce del coronavirus – ha ricordato la prof. Maria Grazia Modena, che è responsabile anche del Programma Assistenziale Scompenso Cardiaco, cardiopatie dell’Infanzia e persone a rischio dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – e rimane un problema importante, poiché una corretta strategia di screening può migliorare la progettazione e l’implementazione di modelli di salute pubblica. Per questo motivo, l’Oms ha promosso lo sviluppo di nuove strategie per standardizzare la diagnosi di Covid-19 a fini epidemiologici. Solo di recente è emersa l’idea di produrre test di facile utilizzo e poi di distribuirli ampiamente. Il nostro scopo è valutare l’efficacia dei test rapidi Covid-19 in contesti di vita reale proponendo un approccio che tenga conto dei diversi scenari".
Lo studio consiste in un protocollo di ricerca pubblicato su ’Clinical trial.gov’ che sta partendo ora in molti centri che hanno scelto di aderire in seguito alla pubblicazione per creare un’alleanza fra strutture ospedaliere e universitarie e centri periferici.
"Il risultato della nostra analisi – aggiunge Maria Grazia Modena – è che risulta più efficacie dal punto di vista della rapidità ed efficacia, l’approccio di rilevamento rapido mirato agli anticorpi IgM o IgG virali, con il test immunocromatografico a base di oro colloidale rispetto al test in tempo reale. Il test andrà applicato in diversi scenari: screening di un’intera popolazione per ragioni epidemiologiche; screening di una popolazione ad alto rischio, per diagnosi, follow-up e monitoraggio dei casi; o diagnosi e follow-up nei pazienti sintomatici. In tutti gli scenari dei casi, il test rapido può fornire informazioni relative alla possibile immunità acquisita al coronavirus". A inizio 2021 verrà pubblicato l’andamento dello studio che sarà messo a disposizione di tutti.
"Il periodo Covid ha dimostrato la necessità di una vera telemedicina e anche di laboratori, e test, decentralizzati e pertanto anche sul territorio, per decongestionare l’ospedale da ricoveri inappropriati".