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Tumore ‘bruciato’ in 8 minuti a Carpi: il laser che cura la tiroide non lascia cicatrici

Primo intervento di questo tipo all’Ausl di Modena, la paziente è stata sottoposta ad anestesia locale ed sempre rimasta sveglia, è stata dimessa dopo un’ora

Carpi (Modena), 24 settembre 2024 – Tumore maligno alla tiroide ‘bruciato’ con il laser in appena 8 minuti: l’intervento, il primo all’Ausl di Modena per questo tipo di patologia, è stato eseguito nelle scorse settimane dall’équipe della Struttura complessa di Endocrinologia diretta dal professor Giampaolo Papi all’ospedale Ramazzini di Carpi, su una paziente affetta da carcinoma papillare tiroideo e si è concluso senza alcuna complicanza.

La donna, 69 anni, sta bene ed è stata dimessa un’ora dopo.

La termoablazione Laser, sotto guida ecografica, è una operazione veloce e poco invasiva, che consente, su una certa tipologia di pazienti, di “bruciare” il tumore in modo completo e definitivo, riducendo il rischio di ripresentazione, e consentendo inoltre una rapida ripresa post-operatoria.

L’équipe è stata guidata dal direttore dell’Unità operativa Giampaolo Papi, ed era composta inoltre dai medici Francesca Piccinini, Martina Cicia e Maria Laura Monzani e dalle infermiere Viviane Ardente e Giulia Portente.

Da sinistra Francesca Piccinini, Giulia Portente, Anna Maria Petrini, Giampaolo Papi, Viviane Ardente, Martina Cicia, Maria Laura Monzani, Adriana Avolio
Da sinistra Francesca Piccinini, Giulia Portente, Anna Maria Petrini, Giampaolo Papi, Viviane Ardente, Martina Cicia, Maria Laura Monzani, Adriana Avolio

L’intervento si è svolto su una paziente di 69 anni portatrice di neoplasia differenziata di 6 mm del lobo tiroideo destro, che aveva sempre rifiutato di sottoporsi a intervento chirurgico.

È stata sottoposta ad anestesia locale ed è rimasta sempre sveglia e collaborante; al termine della procedura, che è durata complessivamente 8 minuti, non si sono registrate complicanze e non è residuata alcuna cicatrice.

La permanenza della paziente in ospedale è stata di poche ore, con ingresso alle ore 7.30 e dimissione alle 12 in ottime condizioni generali.

“Tecnologia e competenza professionale ai più alti livelli di espressione – sottolinea la direttrice generale dell’Ausl di Modena Anna Maria Petrini –: questo intervento dimostra come le capacità messe in campo dai nostri professionisti unite alla disponibilità delle strumentazioni più avanzate, possano andare a vantaggio della salute dei pazienti, riducendo al minimo le complicanze e le conseguenze di un’operazione. Al Professor Papi e alla sua équipe medica e infermieristica un sentito ringraziamento”.

L'intervento su una paziente affetta da carcinoma papillare tiroideo è durato 8 minuti e la paziente è stata dimessa dopo un'ora
L'intervento su una paziente affetta da carcinoma papillare tiroideo è durato 8 minuti e la paziente è stata dimessa dopo un'ora

La procedura è innovativa e al tempo stesso, in mani esperte, di semplice esecuzione – dichiara il professor Papi - e risulta altamente efficace nel trattamento dei noduli tiroidei benigni sintomatici e in quelli maligni di piccole dimensioni, cosiddetti intraparechimali. I pazienti si dichiarano generalmente molto soddisfatti, perché, contrariamente a quanto avviene con la chirurgia tradizionale, non devono restare ricoverati per giorni in ospedale, non vanno incontro ad anestesia generale, non hanno sul collo una cicatrice permanente e, soprattutto, conservano pienamente la funzionalità della propria tiroide”.

“L’area sede del tumore in questa paziente – spiega la dottoressa Martina Cicia - è stata trattata con la somministrazione di calore generato da una fibra Laser. Le alte temperature raggiunte con questa tecnica consentono, infatti, di uccidere le cellule maligne e di ottenere la guarigione”.

“La selezione del paziente – afferma la dottoressa Maria Laura Monzani – è molto importante per poter curare il tumore in modo completo e definitivo, riducendo al minimo il rischio della sua persistenza in sede. Le dimensioni della neoplasia, le sue caratteristiche ecografiche e citologiche e, in particolare, la sua posizione precisa all’interno della tiroide sono elementi fondamentali per candidare il paziente alla procedura o escluderlo”.