VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Ucciso in strada a Modena: "Voglio giustizia per mio fratello. Chi lo ha ammazzato resti in cella"

La sorella di Friday Endurance, il 30enne nigeriano accoltellato da due connazionali, davanti al giudice "Da quando è morto mi prendo cura anche di mio nipote che ha solo sette anni".

La sorella di Friday Endurance, il 30enne nigeriano accoltellato da due connazionali, davanti al giudice "Da quando è morto mi prendo cura anche di mio nipote che ha solo sette anni".

La sorella di Friday Endurance, il 30enne nigeriano accoltellato da due connazionali, davanti al giudice "Da quando è morto mi prendo cura anche di mio nipote che ha solo sette anni".

"Da quando mio fratello Friday è stato ammazzato io mi prendo cura di mio nipote: ha solo sette anni e vive ancora in Nigeria. Cerco di non farli mancare nulla ma vorrei riuscire a farlo venire qua. Sto cercando di far sì che frequenti regolarmente la scuola e, con i soldi del risarcimento, quando arriveranno vorrei tanto garantirgli un futuro certo. Mia mamma, da quando è morto mio fratello, sta sempre male e anche in questi giorni si trova in ospedale".

Ha testimoniato ieri in aula Queen Ibhazudo, sorella di Friday Endurance, il 30enne nigeriano ucciso a coltellate dai due connazionali Adenomo Ogbeide, 30 anni e Osaiande Kingsley, 27, entrambi domiciliati a Reggio Emilia. L’omicidio era avvenuto il 20 agosto dello scorso anno in pieno giorno e in pieno centro: in corso Vittorio Emanuele, alle spalle dell’Accademia Militare e a due passi dalla stazione dei treni.

Alla base dell’efferato delitto, questioni di droga per le quali i tre connazionali discutevano da qualche giorno. Ieri, in aula, dinanzi alla Corte D’Assise sono stati sentiti i testimoni dell’accusa -tra cui un testimone oculare - e la sorella della vittima, appunto che da tantissimi anni vive a Parma dove lavora come parrucchiera ed estetista.

"Mi aspetto giustizia per mio fratello – dichiara la donna, rappresentata dall’avvocato Sara Maggiali del foro di Parma – Penso che persone che hanno trovato il coraggio di andare in giro con un coltello per uccidere con tanta facilità una ragazzo non debbano uscire dal carcere. Com’era Friday? – ha affermato ieri a margine del processo – Era un fratello dolce ed io ero molto legata a lui. Abbiamo la stessa mamma che, insieme agli altri miei fratelli è rimasta in Nigeria. Io e Friday ci sentivamo spesso e lui veniva da me ogni week end: per me – ha sottolineato Queen – era un fratello bravo e buono. Sinceramente nei miei confronti e in quelli di tutta la nostra famiglia si è sempre comportato bene. Non conoscevo nulla di quella che pare essere stata la sua seconda vita – racconta con un velo di tristezza negli occhi la donna, mamma di tre bambini. Io vedevo che era un bravo ragazzo e che amava suo figlio e tutti noi". La donna, in aula ha spiegato che dal giorno dell’omicidio si prende cura del nipotino. "Vorrei tanto riuscire a farlo venire qua in Italia, per poterlo seguire e per dargli un futuro – ha dichiarato. Ora vive con mia madre ma mamma, da che Friday è stato ammazzato, entra ed esce dall’ospedale; non ha accettato la sua morte e sta sempre male. Quando riuscirò ad ottenere il risarcimento lo userò per far si che mio nipote possa crescere al meglio. Gli hanno portato via il padre ed ora conta su di noi". La donna ha spiegato anche come Friday fosse in Italia da sette anni. "Era stato anche in Francia, poi era tornato qua. So che voleva costruirsi un futuro proprio per garantirne uno migliore a suo figlio. Ora mi aspetto solo che sia fatta giustizia".

I due odierni imputati – Adenomo Ogbeide, 30 anni e Osaiande Kingsley, 27 – erano stati catturati a distanza di poche ore dagli uomini della mobile mentre tentavano di fuggire a bordo di un treno, alla stazione di Reggio Emilia. L’omicidio di Friday fece molto scalpore per la violenza ma anche per le modalità e soprattutto per il fatto che è avvenuto in una zona da anni e anni problematica e molto pericolosa.