ALBERTO GRECO
Cronaca

Unione dei Comuni, tutto fermo. Dopo due anni non c’è lo statuto: "Serve subito un confronto"

L’Unione Comuni Modenesi Area Nord (Ucman) ancora ferma nella revisione dello Statuto, sebbene siano già trascorsi due anni dalla...

L’Unione Comuni Modenesi Area Nord (Ucman) ancora ferma nella revisione dello Statuto, sebbene siano già trascorsi due anni dalla uscita del Comune di Mirandola dall’ente. Solo a fine aprile, però, è stata votata una mozione che ne sollecita modifiche, questo grazie ad un ordine del giorno votato a maggioranza, che tuttavia non specifica tempi e modi - come chiesto dai sindaci di centrosinistra - e neppure si sofferma su come si procederà nel mettere mano al documento costitutivo della nuova Unione a otto Comuni, che ne dovrà ripensare profondamente anche il ruolo e le competenze. E l’attribuzione del ruolo e delle competenze, oltre che la composizione essendo ente di secondo grado, sarà il vero ostacolo. Tuttavia, il voto di fine aprile in Consiglio Ucman è segno di apertura di una fase nuova, se non altro perché la mozione votata, presentata dai consiglieri del centrodestra sanfeliciano è passata grazie all’astensione dei consiglieri del centrosinistra.

Questo è indice di un’apertura di dialogo tra maggioranza e minoranza fondamentale per avviare la riflessione che porti ad un nuovo Statuto. Ma, la rivendicazione dei consiglieri sanfeliciani del merito di quella mozione e di quel voto non sono piaciuti ai consiglieri Ucman di centrosinistra e Pd.

"Leggiamo con una certa sorpresa le dichiarazioni del centrodestra, - afferma Negro, loro capogruppo - che si attribuisce il merito di aver avviato il percorso di riforma dell’Unione dei Comuni Modenesi Area Nord. È giusto allora chiarire che il confronto sulla necessità di una riforma dell’Unione è aperto da tempo, ed è stato sollevato in più occasioni proprio da sindaci e consiglieri del centrosinistra, sia in sede istituzionale che in altri momenti di confronto pubblico. Ben prima della recente mozione. La scelta della nostra astensione ha avuto quindi come scopo quello di favorire l’apertura di un confronto ampio e costruttivo, non certo di avallare contenuti o strategie di parte".

Alberto Greco