Vaccini ai parenti a Modena: due medici sospesi

I due dottori e il volontario che hanno chiamato mogli e figli rischiano l’accusa di peculato. Ieri i Nas di nuovo all’ospedale

I carabinieri del Nas all'ospedale di Baggiovara

I carabinieri del Nas all'ospedale di Baggiovara

Modena, 9 gennaio 2021 - Sono tre - due medici e un volontario della pubblica assistenza - le persone sospese dall’incarico al centro vaccinale di Baggiovara. Il provvedimento immediato è stato preso dall’Ausl nei confronti degli operatori che, la sera del 5 gennaio, hanno chiamato parenti e amici per somministrare loro sei dosi di vaccino anti Covid avanzate a fine giornata.

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Per ricostruire invece i contorni della vicenda, per capire cioè di chi sia stata l’idea poi pare condivisa dalla maggioranza, ieri è iniziata la procedura di audit interna: una commissione dell’azienda Ausl ha ascoltato il personale in servizio quella sera (una trentina di persone), compreso il responsabile di turno. Per ora la sospensione dall’incarico riguarda solo il volontario che ha fatto vaccinare l’ex moglie e le due figlie (di cui una appena 16enne) e due medici che hanno somministrato la prima dose di Pfizer a compagna e prole.

Parallelamente procede l’indagine dei carabinieri: ieri mattina i militari del Nas di Parma, con i colleghi del comando provinciale, hanno effettuato un secondo sopralluogo all’ospedale di Baggiovara. I militari hanno sentito altre persone per cercare di ricostruire i fatti; inoltre hanno analizzato le procedure aziendali legate alla somministrazione delle dosi per capire se si possa configurare un reato: potrebbe trattarsi di peculato.

Una volta terminate le verifiche - volte anche ad accertare se un simile comportamento si sia verificato altre volte oltre al 5 gennaio - i Nas invieranno la loro informativa alla Procura che valuterà a sua volta come procedere, ovvero se aprire un’inchiesta. Astrattamente l’utilizzo di un bene della pubblica amministrazione configura il reato di peculato ma il caso potrebbe sfociare anche in un illecito di natura amministrativa.

Come detto ora sotto la lente degli inquirenti vi sono le procedure legate alla somministrazione delle dosi di Pfizer-Biontech. I Nas stanno indagando sul comportamento tenuto in particolare da due medici dedicati incaricati di gestire i colloqui coi ‘pazienti’, un infermiere ed un volontario, ma il cerchio potrebbe allargarsi.

"Una situazione che ha imposto sin da subito all’Arma dei carabinieri di chiedere il concorso e la collaborazione specialistica dei Nas di Parma – ha affermato il colonnello Marco Pucciatti, comandante provinciale dei carabinieri. – I militarii del Nas sono immediatamente arrivati e con profondo rispetto delle procedure di accertamento interno, che già l’azienda sanitaria ha avviato nell’immediatezza, d’accordo con la Procura e d’intesa con la prefettura, insieme ai carabinieri della provincia di Modena stanno facendo tutti quegli accertamenti preliminari che sono necessari per chiarire la situazione. Sugli esiti occorre pazientare – sottolinea Pucciatti – quello che è successo sarà approfondito nelle sedi amministrative e in quelle che sarà necessario attivare. In questo momento ci siamo, stiamo lavorando in sinergia col sistema sanitario".