"Vaccino agli adolescenti, può essere utile"

La pediatra Maria Grazia Catellani: "Si potrebbe partire dai conviventi di soggetti fragili. La scuola così sarebbe più sicura"

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Dopo il popolo dei 40enni il vaccino sarà probabilmente esteso anche agli adolescenti: con l’inizio dalla campagna di massa il 3 giugno, infatti, si attende l’ok dell’Aifa all’estensione del siero ai ragazzi, dopo il sì annunciato dall’Agenzia europea del farmaco (Ema). La fascia coinvolta è quella dai 12 ai 15 anni per i quali è prevista l’iniezione di Pfizer. Sul tema in queste ore si sono confrontati ovviamente anche i pediatri. "Da quello che ho sentito – spiega la dottoressa Maria Grazia Catellani – tra i colleghi è stato richiesto un tavolo per poterne parlare e fare un piano vaccinale organico sui minori 1215, quindi solo in parte coperti dalla pediatria. L’ok al vaccino ai ragazzi è stato approvato in base alla letteratura prodotta da Pfizer e Moderna. I due vaccini, ma anche Astrazeneca dalle ultime pubblicazioni sarebbero risultati efficaci con una protezione dell’ 8090 per cento della popolazione vaccinata. Per quanto riguarda i minori, la percentuale di protezione sarebbe addirittura maggiore oltre ad essere efficace anche per la variante indiana. Astrazeneca, però, in misura minore nonostante protegga da quella inglese. Quando parliamo di protezione alta, però – sottolinea Catellani – facciamo riferimento a vaccini effettuati in modo ravvicinato quindi nelle tre, quattro settimane". Catellani spiega come i dati non siano basati sul dosaggio di anticorpi: "Vista la caduta brusca della morbilità, dell’indice Rt e del calo dei ricoveri è dimostrato come i vaccini abbiano avuto un’influenza molto maggiore di quanto non abbia fatto il lockdown". Catellani spiega quindi come sia giunti alla scelta di vaccinare i ragazzi in base ai lavori presentati dalle aziende e secondo le indicazioni all’interno della Ue e degli Stati Uniti. "In Italia ed Emilia Romagna non abbiamo un piano organico per la vaccinazione dei minori, quindi si prospettano difficoltà. Secondo alcuni, però, vaccinare i minori consentirebbe di elevare l’immunità di gregge poiché molti adulti non si vaccineranno. E’ vero che i casi gravi dei minori sono pochi – continua – ma ci sono anche quelli in cui i sintomi permangono per moltissimo tempo: non solo febbricola ma anche sonnolenza, depressione, deterioramento della memoria e ansia che sembrano legati al Covid; una serie di sintomatologie di tipo psichiatrico che ci sono anche nell’adulto". Catellani ricorda anche come i ragazzi abbiano un ruolo ‘importante’ nella diffusione del virus favorendo anche, secondo alcuni, l’aumento delle varianti. "Sarebbe fondamentale vaccinare innanzitutto chi convive con persone fragili: pensiamo a genitori con patologie oncologiche – conclude la pediatra – Inoltre c’è il problema scolastico: un’eventuale terza ondata ci porterebbe ad una chiusura delle scuole con tutte le problematiche che conosciamo. Per prevenire questa situazione si è arrivati a questa scelta in modo che almeno le superiori possano restare aperte. Il problema è che non si conoscono ancora eventuali effetti collaterali sui minori e questo sicuramente frenerà l’accesso al vaccino".

v. r.