
L’intervista all’ex sindaco scuote l’alleanza: preferenze dei candidati sotto la lente. E dopo la vittoria larga dei Dem, frizioni in vista tra Pd e giunta su urbanistica e rifiuti. .
’Muzzarelli, fu vera gloria?’. I toni trionfalistici post elettorali e le parole dell’ex sindaco pubblicate nell’intervista di ieri ("in questi cinque mesi hanno fatto di tutto per farmi sparire, mi sono sentito abbandonato da una parte del Partito democratico, da Modena non me ne vado") non sono passate inosservate all’interno del composito mondo del centrosinistra. Circola in città un ragionamento, dati alla mano, che fa notare come ci siano ex sindaci uscenti di piccoli Comuni in Regione che prendono come e più delle sue 13.500 preferenze. Si fa l’esempio di Elena Carletti a Novellara che incassa 13.450 consensi, la stessa Isabella Conti di San Lazzaro (seppure con una visibilità maggiore per le primarie) più di 19mila. Alessio Mammi, ex sindaco di Scandiano, peraltro assessore regionale all’Agricoltura uscente, più di 18mila preferenze. Ma anche rapportandola all’ex sindaca di Formigine Maria Costi (11.800), città delle dimensioni di un sesto di Modena, tallona tutto sommato il primo cittadino. Inoltre nel 2005 fu eletto in Regione con mille voti in meno e da sindaco "solo mille voti in più 20 anni dopo", sibilano gelidi ragionieri.
Numeri secchi, e come tali, sempre interpretabili. Ma ciò che conta è che in città, dopo queste Regionali, più che mai la figura di Muzzarelli comincia a diventare davvero ingombrante. Anche negli ambienti vicini alla giunta hanno letto interdetti le ricostruzioni giornalistiche di ieri mattina. Le voci di rimpasto, per ciò che concerne i nomi, non vengono neanche prese in considerazione. Il ragionamento è che il campo largo, con le relative rappresentanze in giunta, è una variabile indipendente, non soggetta alle volubili maree elettorali. "Mettere in discussione gli assetti vuol dire creare un precedente non solo a Modena, ma in tutta l’Emilia Romagna e anche nel resto d’Italia".
Più controverso il discorso sui temi, in particolare rifiuti e urbanistica. Ieri si diceva che la vittoria larga del Partito democratico potrebbe indurre il partito e il gruppo consiliare a rivendicare un peso maggiore nelle decisioni della giunta. La ’rivoluzione’ della raccolta differenziata per esempio viene percepita da alcuni come troppo azzardata, soprattutto dal punto di vista economico. Così come è palpabile il timore di una interpretazione eccessivamente restrittiva della pianificazione urbanistica. Se proprio si vuole ’spendere’ il super bottino elettorale, in sostanza, più che pretendere un altro nome nella squadra, si preferirebbe incidere maggiormente sull’agenda.
In Comune si vuole evidentemente evitare uno scontro frontale con il gruppo consiliare del Pd: è stato sottoscritto un programma elettorale comune dalle forze che sostengono la giunta Mezzetti, di cui il Partito democratico è la forza principale. La riflessione è che il confronto, la dialettica sui dettagli delle decisioni, saranno ben accetti. Purché tuttavia il punto di vista dei Dem non si riduca a una mera riproposizione della visione muzzarelliana della gestione della città. "Mezzetti è stato eletto con una percentuale record. Guardiamo avanti – si sospira – non rincorriamo il passato".