Violenza contro i camici bianchi: "Oltre 70 segnalazioni dal 2017. E molti non denunciano"

Oggi si celebra la giornata di sensibilizzazione sul tema, dati allarmanti diffusi dall’Ordine dei medici. Il presidente Curatola: "Spesso i pazienti aggressivi sono giovani, spaventati da diagnosi fai da te".

"Fino a qualche anno fa eravamo abituati a pazienti anziani o patologici, oggi è tutto cambiato, spesso sono giovani, spaventati da diagnosi fai da te online, c’è l’angoscia di sapere tutto e subito e a volte scatta la violenza". Le parole del dottor Carlo Curatola, presidente dell’Ordine dei medici di Modena gettano una luce sullo scenario nel quale lavorano gli operatori sanitari. Uno scenario dove il paziente, magari proveniente da altre culture, diventa "impaziente" di avere risposte immediate, soluzioni pronte all’uso anche quando non c’è una vera urgenza, e spesso se la prende proprio con il medico. Secondo l’Osservatorio dell’Ordine sono 71 le aggressioni – di cui 5 fisiche, oltre a insulti e minacce – subite da medici del territorio di Modena (esclusi gli ospedalieri) dal 2017 ad oggi. Di queste, 39 hanno riguardato donne. L’ultima segnalazione è del 23 febbraio scorso quando una giovane dottoressa di medicina generale è stata aggredita verbalmente e fisicamente da un paziente, che ha anche danneggiato l’ambulatorio, solo perché si era rifiutata di prescrivere degli esami. L’11 gennaio un altro medico di famiglia, anche lei donna, è stata insultata da un paziente che voleva un certificato di malattia. Un trend in leggera diminuzione dopo il picco di 36 segnalazioni del 2022, probabilmente dovute allo strascico del periodo covid, ma pur sempre preoccupante. Erano stati 12 i casi lo scorso anno, 19 nel 2021, nessuno nel 2020, 2 nel 2019. E nel 2024 finora sono 2. Numeri comunque sottostimati perché il vero problema è che spesso i medici non denunciano le aggressioni fisiche e verbali subite. "Perché molto spesso il medico lo ritiene parte integrante del rischio professionale – chiarisce Curatola – soprattutto in alcune situazioni come la psichiatria, il personale dei pronto soccorso o chi è spesso da solo a ricevere di notte i pazienti, professionisti che lavorano nei loro ambulatori senza filtri, senza aiutanti e senza testimoni". Violenza fa rima con carenza e non è un caso. "Il medico di famiglia era abituato a partire con 50 pazienti poi si passava gradualmente a 100, 200, 300 – spiega ancora il presidente dell’Ordine – c’era il tempo per la conoscenza graduale della storia clinica del paziente che adesso purtroppo non si ha. Si è costretti ad accedere ad un sistema che ti dà subito 1500 pazienti; che dal punto di vista remunerativo potrebbe sembrare allettante ma dal punto di vista del burnout è fatale". Per avere un’idea del problema, il bando dello scorso anno per Modena e provincia richiedeva una cinquantina di posti per medici di famiglia, ne sono stati coperti soltanto 31, di cui 25 da corsisti, in pratica medici specializzandi. L’aggressione ai camici bianchi non è un fenomeno soltanto italiano; oggi si celebra infatti la giornata europea di sensibilizzazione sulla violenza contro medici e altri professionisti della salute. "Abbiamo elaborato e condiviso importanti punti chiave da attuare in futuro – spiega il dottor Nicolino D’Autilia, vice presidente del Ceom (Consiglio Europeo degli Ordini dei Medici) con sede a Bruxelles – tra questi la tolleranza zero per la violenza sui luoghi di lavoro; incoraggiare i medici a denunciare; avviare campagne di sensibilizzazione; rafforzare le misure di sicurezza nella sanità; sviluppare la formazione del personale su come affrontare la violenza verbale, fisica o psicologica; rafforzare la comunicazione e gli accordi con le amministrazioni sanitarie, le procure e le forze di sicurezza dello Stato e chiedere l’emanazione di una legge specifica per affrontare la violenza nel settore sanitario".

Uno slancio che deve essere anche e soprattutto locale.

Per questo l’Ordine dei medici di Modena è stato convocato giovedì 14 marzo dal Prefetto alla riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.