EUGENIO TANGERINI
Economia

Modena, apre l’Esselunga di ‘Falce e Carrello’ dopo 25 anni

Il 22 gennaio l’inaugurazione con Marina Caprotti, figlia del fondatore, e il sindaco Pd Mezzetti. Una sfida commerciale con Coop Estense che divenne braccio di ferro politico e giudiziario

Taglio del nastro: Marina Caprotti, figlia del fondatore Bernardo, col sindaco Massimo Mezzetti. Nel riquadro, il libro ’Falce e carrello’

Taglio del nastro: Marina Caprotti, figlia del fondatore Bernardo, col sindaco Massimo Mezzetti. Nel riquadro, il libro ’Falce e carrello’

Modena, 22 gennaio 2025 – È stato inaugurato in via Canaletto, a Modena, il market simbolo della lunga battaglia di Bernardo Caprotti per affermare Esselunga in aree storicamente presidiate dalle coop. Previsto un parcheggio multipiano e palazzine di edilizia sociale.

“La lezione di questa storia? Non auguro a un amministratore pubblico di trovarsi in mezzo, quando due privati si contendono un business importante”. Così l’ex sindaco di Modena Giorgio Pighi rievoca, con sereno distacco e garbata ironia, una vicenda a dir poco tormentata che ha tenuto banco per un quarto di secolo, conclusa solo ieri con l’apertura del nuovo supermercato di Esselunga in via Canaletto. Oggi l’ex primo cittadino è un osservatore esterno, ma è stato parte in causa: nel 2010 il Comune querelò l’azienda lombarda dopo un attacco pesante, poi tutto finì in prescrizione.

Botta e risposta

L’inizio della lunga querelle tra Esselunga e Coop Estense, i due privati cui si riferisce Pighi, risale al marzo 2000. Il colosso distributivo guidato da Bernardo Caprotti compra un terreno di circa 45 mila metri quadrati nell’area dell’ex Consorzio agrario, pagandolo 24 miliardi di lire, con l’obiettivo di costruire un grande supermercato. Operazione cui nel febbraio 2001 replica Coop Estense, presieduta da Mario Zucchelli, acquistando in asta per una cifra molto elevata, 23 miliardi, un piccolo lotto adiacente di circa 9 mila metri quadrati, l’area ex officine Rizzi. Nello stesso comparto il Comune ha a sua volta una fetta di terreno. Il piano regolatore parla chiaro: poiché si tratta di un comparto unico, per costruire il nuovo supermercato serve un accordo tra le proprietà private, che però non arriva mai. Comincia invece un durissimo braccio di ferro, la cui foto-simbolo è sulla copertina di un pamphlet di Caprotti: il carrello della spesa pieno di banconote, con un titolo diventato celebre: “Falce e carrello”. Caprotti presenta il libro la mattina del 21 settembre 2007 e lo trasforma nel pomeriggio in un esposto alla magistratura: non racconta solo la storia della sua famiglia e l’avventura di imprenditore, ma denuncia “lo strapotere della Coop nella grande distribuzione”, spiega il risvolto di copertina. E cita il caso modenese assieme ad altri in Emilia, Liguria e Toscana. Nel libro, Caprotti adombra un disegno per bloccare l’apertura del nuovo punto vendita. Fa scalpore l’incipit: “A Modena comanda Mario Zucchelli”. Il presidente di Coop Estense reagisce: “Caprotti ha l’obiettivo di indebolire l’autorevolezza del suo principale concorrente”.

Duello mediatico

Seguono battaglia legale e putiferio politico. L’ex ministro Carlo Giovanardi commenta caustico: “La replica della Coop mi ricorda la favola del lupo e dell’agnello”. Così, mentre le autorizzazioni urbanistiche restano congelate, parte una girandola di procedimenti giudiziari da perderci la testa. Nel luglio 2010 Caprotti rilancia con due pagine a pagamento sui quotidiani, intitolate “Concorrenza e libertà”, attaccando anche l’amministrazione comunale, che querela. Nel giugno 2012 l’Antitrust sanziona Coop Estense con una multa da 4,6 milioni (poi ridotta di 100 mila euro) per “abuso di posizione dominante”. Il colosso cooperativo fa ricorso con successo al Tar, ma il Consiglio di Stato ribalta tutto e nell’aprile 2014 dà ragione a Esselunga. Non finisce qui: nel maggio 2019 il Tribunale di Bologna nega all’azienda milanese il risarcimento di 57 milioni che aveva chiesto. Nel frattempo, il 30 settembre 2016, muore Bernardo Caprotti, pochi giorni prima di compiere 91 anni. E ha talmente presente la questione da inserirla nel testamento: un’eventuale vendita futura di Esselunga dovrà avvenire solo all’estero. Mai alle Coop, insomma. Sembra un intrico senza fine, ma nel febbraio 2014 inizia a prendere corpo l’unica soluzione possibile: dividere la zona in tre aree diverse con altrettanti proprietari (Esselunga, Coop Estense e Comune), svincolando i terreni dall’obbligo di un piano urbanistico condiviso. Pighi ricorda: “Alla base di tutto ci fu un’incomprensione. I vertici di Esselunga ritenevano che il Comune potesse fare massa critica con loro per risolvere la querelle, ma un ente pubblico non si può schierare”.

La conclusione

Così, mentre in municipio arriva il nuovo sindaco Muzzarelli, parte il lungo iter della variante urbanistica: per l’approvazione definitiva bisognerà attendere il 2020, dopo l’accordo tra Esselunga e Comune raggiunto nel 2018. Il resto è cronaca recente. Chissà cosa penserebbe oggi Caprotti, osservando la ressa dei clienti e l’insegna a caratteri cubitali che recita, a scanso di equivoci, “Esselunga di via Canaletto”.